23 marzo 2018
Al di là del mare: le cooperative italiane nella cooperazione internazionale
Disabilità: andare oltre le “insuperabili problematiche costruttive”


14 novembre 2017
Un Albero di Natale con le sciarpe sospese nel cuore di Bologna

21 novembre 2017
Competitività territoriale ed agenda urbana europea: uno sguardo oltre gli scenari
8 settembre 2017
La sostenibilità si pratica e non si predica

Tutti parlano di tutela ambientale, ma pochi sanno che una delle cause di emissione di CO2 è la gestione dei dati, considerando che un server produce ogni anno da 1 a 5 tonnellate di CO2 e che 3 e-mail generano la stessa CO2 prodotta percorrendo 1km in auto. Nel prossimo futuro, l'analisi predittiva dei mega-trend ci dice che ci sarà un grande sviluppo dell'economia legata ai Big Data; ciò significa che il servizio di hosting dei server diventerà sempre più importante ai fini della tutela ambientale e della lotta ai cambiamenti climatici.
Per questo è importante dare sempre il buon esempio. A partire dal servizio di hosting del mio sito che da oggi è totalmente "green" perché viene alimentato con energia solare e si avvale della tecnologia certificata del green data center. Una piccola ma significativa innovazione a km zero, visto che sia Executive Service Exe.it che Indici Opponibili sono due realtà imprenditoriali che operano nell'area metropolitana bolognese.
Fatti, non parole.24 maggio 2016
Al di là del mare: le cooperative italiane nella cooperazione internazionale
23 marzo 2018
Cena di Natale per Bologna Ail

26 novembre 2017
Costruire una coscienza urbana attraverso la democrazia digitale


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Taxi e sicurezza dei lavoratori notturni

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Bologna capofila della Rete italiana di dialogo euromediterraneo (R.I.D.E.)
23 marzo 2018
Like a Rolling Quad. ‘Liberi di fare, liberi di essere. Progetti di Vita indipendente’

“Conoscere le storie di questi attivisti mi avrebbe dato un quadro d’insieme, mi avrebbe fatto rendere conto prima che quella dei disabili è innanzi tutto una lotta per i diritti civili. Ogni bambino disabile dovrebbe poter sfogliare il libro di storia e incontrare lo sguardo di Ed Roberts accanto a quello di Martin Luther King. Per non avere la sensazione di essere sempre il primo: il primo a richiedere un bagno accessibile. il primo a chiedere tutte le ore di assistenza. il primo a pretendere che mettano le rampe in un negozio o in una scuola. Il primo caso di studente con una disabilità grave a voler studiare fuori sede. Per ricordarsi che sta solo continuando un sentiero già tracciato, con amore, determinazione, sacrifici, alti e bassi, confitte e vittorie, dai Rolling Quads ed altri”.Concludo dicendo che tutti coloro che sono scesi nelle piazze d’Italia ed a Bologna per sentirsi liberi di fare e liberi di essere devono sapere che il compito di chi ha responsabilità istituzionali è quello di accompagnargli in questa battaglia per i diritti civili. La settimana scorsa sono intervenuto sul tema del riconoscimento dei care givers familiari e per chiedere l’istituzione nel Comune di Bologna di un’anagrafe sui progetti di vita indipendente. Un anno fa con altri consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione abbiamo avviato un percorso di mappature delle barriere architettoniche. Ora è arrivato il tempo delle risposte. Ora è il tempo che il Governo nel DDL del Bilancio 2018 attualmente in fase di discussione in Parlamento preveda all’interno del Fondo per la non autosufficienza preveda una quota certa e significativa da destinare ai progetti di vita indipendenti. Ora è il tempo che il Parlamento approvi la legge sui care givers familiari. Ma ciascun livello istituzionale deve fare la propria parte. Ora è il tempo che anche il Comune di Bologna adotti il primo PEBA, trovando nel bilancio comunale di quest’anno risorse sufficienti destinate alla rimozione di tutte le barriere architettoniche, burocratiche, normative, culturali. Sono 8 mesi di tempo che aspettiamo la realizzazione di 3 scivoli in Piazza Maggiore. Tanto. Troppo. La vita delle persone non può aspettare i tempi di vita della politica. Stiamo muovendo i primi passi ma ancora troppo lentamente. Fuori da qui ci sono persone come Maria Chiara, Max, Lendy, Leo, Stefano e tanti altri che non possono più aspettare. Dobbiamo cominciare a correre oltre i nostri limiti. Come i rolling quads. Soggetti attivi che inseguono il loro progetto di vita indipendente. Non soggetti passivi destinatari di cure. Non dimentichiamocelo mai. Articoli di stampa: Repubblica Comunicato stampa Intervento di inizio seduta
6 novembre 2017
Disabilità: andare oltre le “insuperabili problematiche costruttive”


14 novembre 2017
I-cuber. Puntata sulla green economy
Questa volta siamo andati alla scoperta delle realtà del territorio che si occupano di ‘green economy’ e di economia circolare.



27 aprile 2016
I-cuber. Puntata sulla green economy
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Il Tavolo Permanente dei Giovani Professionisti
3 maggio 2016
Senso civico e (in)sicurezza
‘He gets nothing. Won’t be richer. Won’t appear on tv. Still anonymous. What he does receive are emotions. He witnesses happiness. Reaches a deeper understanding. Feels the love. Receives what money can’t buy. A world made more beautiful.’(Segue…) Leggi il REPORT Bologna Futura-iniziativa sul Senso civico
23 novembre 2015
La Summer School di IdemLab (17-18 luglio)

10 luglio 2015
Cena di Natale per Bologna Ail

26 novembre 2017
I care-givers familiari: l’assistenza alle persone disabili e non autosufficienti

30 ottobre 2017
Like a Rolling Quad. ‘Liberi di fare, liberi di essere. Progetti di Vita indipendente’

“Conoscere le storie di questi attivisti mi avrebbe dato un quadro d’insieme, mi avrebbe fatto rendere conto prima che quella dei disabili è innanzi tutto una lotta per i diritti civili. Ogni bambino disabile dovrebbe poter sfogliare il libro di storia e incontrare lo sguardo di Ed Roberts accanto a quello di Martin Luther King. Per non avere la sensazione di essere sempre il primo: il primo a richiedere un bagno accessibile. il primo a chiedere tutte le ore di assistenza. il primo a pretendere che mettano le rampe in un negozio o in una scuola. Il primo caso di studente con una disabilità grave a voler studiare fuori sede. Per ricordarsi che sta solo continuando un sentiero già tracciato, con amore, determinazione, sacrifici, alti e bassi, confitte e vittorie, dai Rolling Quads ed altri”.Concludo dicendo che tutti coloro che sono scesi nelle piazze d’Italia ed a Bologna per sentirsi liberi di fare e liberi di essere devono sapere che il compito di chi ha responsabilità istituzionali è quello di accompagnargli in questa battaglia per i diritti civili. La settimana scorsa sono intervenuto sul tema del riconoscimento dei care givers familiari e per chiedere l’istituzione nel Comune di Bologna di un’anagrafe sui progetti di vita indipendente. Un anno fa con altri consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione abbiamo avviato un percorso di mappature delle barriere architettoniche. Ora è arrivato il tempo delle risposte. Ora è il tempo che il Governo nel DDL del Bilancio 2018 attualmente in fase di discussione in Parlamento preveda all’interno del Fondo per la non autosufficienza preveda una quota certa e significativa da destinare ai progetti di vita indipendenti. Ora è il tempo che il Parlamento approvi la legge sui care givers familiari. Ma ciascun livello istituzionale deve fare la propria parte. Ora è il tempo che anche il Comune di Bologna adotti il primo PEBA, trovando nel bilancio comunale di quest’anno risorse sufficienti destinate alla rimozione di tutte le barriere architettoniche, burocratiche, normative, culturali. Sono 8 mesi di tempo che aspettiamo la realizzazione di 3 scivoli in Piazza Maggiore. Tanto. Troppo. La vita delle persone non può aspettare i tempi di vita della politica. Stiamo muovendo i primi passi ma ancora troppo lentamente. Fuori da qui ci sono persone come Maria Chiara, Max, Lendy, Leo, Stefano e tanti altri che non possono più aspettare. Dobbiamo cominciare a correre oltre i nostri limiti. Come i rolling quads. Soggetti attivi che inseguono il loro progetto di vita indipendente. Non soggetti passivi destinatari di cure. Non dimentichiamocelo mai. Articoli di stampa: Repubblica Comunicato stampa Intervento di inizio seduta
6 novembre 2017
Comunità Solare Locale a San Vitale

16 aprile 2016
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26 ottobre 2017
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I care-givers familiari: l’assistenza alle persone disabili e non autosufficienti

30 ottobre 2017
nuove deleghe per un rinnovato impegno!
Oltre all'Europa ed alle Relazioni Internazionali, sono stato nominato nuovo responsabile Energia&Ambiente e Comunicazione Politica & Web del PD di Bologna.
Ringrazio il Segretario Raffaele Donini per la fiducia; mi impegnerò sin da subito per avviare una fase di confronto e ascolto delle voci ambientaliste allo scopo di integrare la tutela ambientale e la politica energetica in tutte le altre politiche (economia, mobilità, lavoro, etc.), con un'attenzione particolare rivolta al nostro territorio e lo sguardo proteso verso la dimensione nazionale ed europea.
Per chiunque voglia darmi una mano, basta segnalarmi la propria disponibilità e verrà ricontattata/o al più presto.
19 gennaio 2013
M’illumino d’Erasmus
8 maggio 2017
A pranzo con Marco Lombardo

- Rigatoni con ragù di salsiccia pasticciati o penne all'arrabbiata,
- spezzatino di maiale con patate o insalatona mista con uova sode
27 aprile 2016
Intervento in Consiglio su “Dopo Di Noi” di prossimità
26 maggio 2017
Costruire una coscienza urbana attraverso la democrazia digitale


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Lavoro, imprenditorialità e creatività

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3 maggio 2016
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Primarie tematiche: Quale piano energetico per Bologna?
17 settembre 2012
L’Europa in Consiglio #1-Erasmus degli imprenditori

6 maggio 2017
Senso civico e (in)sicurezza
‘He gets nothing. Won’t be richer. Won’t appear on tv. Still anonymous. What he does receive are emotions. He witnesses happiness. Reaches a deeper understanding. Feels the love. Receives what money can’t buy. A world made more beautiful.’(Segue…) Leggi il REPORT Bologna Futura-iniziativa sul Senso civico
23 novembre 2015
Bologna Futura: un contributo alla Conferenza programmatica.



13 luglio 2015
Un Albero di Natale con le sciarpe sospese nel cuore di Bologna

21 novembre 2017
Comunità Solare Locale a San Vitale

16 aprile 2016
Disabilità: andare oltre le “insuperabili problematiche costruttive”


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16 aprile 2016
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26 maggio 2017
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29 aprile 2016
Il caso della Grecia tra azzardo morale e sogno europeo

Si creò allora quello che gli economisti chiamano ‘azzardo morale’. Ci si assume il rischio di violare una regola quando si è convinti di non pagarne le conseguenze.Come attraversare un semaforo rosso senza prendere la multa. La Grecia ha scelto di fare un azzardo morale, falsificando i suoi conti pubblici. Nel 2010 conti erano talmente in disordine che la Commissione fu costretta ad aprire una nuova procedura di disavanzo pubblico. Ma in questo caso la Commissione volle andare fino in fondo, dimostrando di essere stata debole con i forti e di voler essere forte con i deboli. Da allora sono passati 5 anni in una pericolosa danza di sirtaki tra la Trojka (Eurogruppo, Fondo Monetario Internazionale e BCE) e la Grecia. Si sono succeduti una serie di governi ellenici, in una situazione di default controllato, con esposizione delle banche europee (in primis, Germania, Francia e Italia) ma senza riuscire a fare le riforme. Questa premessa è indispensabile per capire la situazione attuale.
Non è certo colpa di Tsipras se i conti non sono ancora sotto controllo. La sua colpa semmai è quella di non aver realizzato le riforme.Quelle stesse riforme che ora fanno parte del nuovo piano per riaprire il negoziato (alzamento dell'età pensionabile, regolamentazione del mercato del lavoro, nuove aliquote IVA per le isole, lotta alla corruzione, riduzione delle spese militari) e che lui stesso avevo annunciato dopo la sua elezione. Ma in questi ultimi dieci anni è cambiata anche l’Europa. In peggio. Ha abbandonato la prospettiva della costituzione europea e l’idea dell’Unione politica. E’ rimasta nel limbo di un’identità irrisolta. Non è più l’Europa del metodo comunitario e del sogno europeo dei padri fondatori. E’ l’Europa del metodo intergovernativo e degli interessi dei governi nazionali. Non è più l’Europa della caduta del Muro di Berlino, ma è l’Europa in cui, nel silenzio dell’opinione pubblica e del Parlamento europeo, in Ungheria un nuovo muro (di 175 KM al confine con la Serbia) viene alzato per arginare l’emergenza dei profughi. Un’Europa sempre piu’ avvitata sulle regole dell’austerità e sulle politiche della condizionalità, senza crescita ed investimenti.
Ma quello che più manca a questa Europa non sono i soldi. E’ l’anima.Per questo oggi sarebbe più che mai necessario rilanciare la vocazione federalista degli Stati uniti d’Europa. Quella di Altiero Spinelli e del sogno europeo dei padri fondatori. Perché l’Europa non può essere un ‘menu à la carte’. Se scegli di stare dentro l’Euro e dentro il mercato unico, allora devi essere dentro anche nella tutela dei diritti fondamentali e nel rispetto della dignità umana, nelle politiche migratorie comuni e nella solidarietà tra Stati membri e popoli europei. Perché non può (r-)esistere una politica monetaria comune senza un governo europeo dell’economia, con regole europee uniformi dalla fiscalità al lavoro. Sbaglia chi ha parlato, nel caso del referendum greco, di vittoria della democrazia contro l’austerità. Se davvero pensiamo che in mancanza di una soluzione politica o per insipienza delle parti, la parola spetti al popolo, allora l’unico referendum che avrebbe costituito un esercizio della democrazia sarebbe stato un referendum europeo, fatto nello stesso giorno in tutti i Paesi della zona euro, e preceduto da una campagna elettorale paneuropea per spiegare le ragioni del sì e quelle del no. La decisione sulla remissione del debito non può essere presa solo dai debitori, senza consultare i creditori. Quello di indire un referendum nazionale per chiedere ai propri cittadini di rifiutare le condizioni per l’elargizione di nuovi prestiti è un altro azzardo morale della Grecia. Basta vedere la (pochissima) differenza tra il piano europeo (da rifiutare nel voto referendario) e quello greco (da accettare dopo il voto) per capirne il senso politico. Perché tanto rumore per nulla? Tsipras sa bene che l’Europa non può permettersi politicamente di fare uscire la Grecia dall’euro. Perché la Grexit (ovvero l'uscita della Grecia dall'Euro) non è un'ipotesi prevista dal Trattato UE. Tsipras è convinto che sarà più difficile per la Trojka dire no alla voce di un popolo piuttosto che alla voce di un governo. Probabilmente ha ragione. Ma così rischiamo di muoverci tutti in uno scenario inedito e pericoloso, con le banche greche chiuse per mancanza di liquidità, finchè un prestito ponte o un nuovo accordo non salverà i conti della Grecia. Fino a quando? E a quale costo? Se l’Europa vuole ritrovare la sua anima sono le istituzioni europee (in primis, il Parlamento europeo) a dover dimostrare essere in grado di ereditare il sogno europeo dei padri fondatori e costruire un’Unione politica fondata sulla solidarietà tra i cittadini europei e non sugli egoismi dei governi nazionali.
8 luglio 2015
Bologna Futura
A volte, più che avere le risposte pronte è importante sapersi porre le domande giuste.
L'avevo detto pubblicamente qualche giorno fa su radio e giornali locali, ma sono costretto a ripeterlo oggi con ancora più forza dopo i risultati delle ultime elezioni amministrative. Con un tasso di astensionismo così alto, tutte le città sono politicamente contendibili. Anche Bologna. Per questo occorre cambiare rapidamente il senso di marcia e procedere con umiltà, senso di responsabilità e coraggio.
Umiltà perché bisogna lavorare a testa bassa per il bene della propria comunità, senza l'arroganza e la presunzione di chi pensa di avere già la vittoria in tasca.
Senso di responsabilità perchè il fronte democratico perde dove si presenta diviso, frammentato, disunito.
Coraggio perché si deve provare a ribaltare il piano inclinato del dibattito pubblico locale che a volte riesce a toccare insuperabili vette di surrealismo.
Nei limiti delle mie capacità è quello che ho provato a fare con questo articolo:
'Bologna Futura' pubblicato su IdemLab.org
'Basta investire nei giusti eredi anziché nei professionisti della conservazione per cogliere le potenzialità di un modello di comunità dell’innovazione sociale per tutta l’Europa.
Non rassegniamoci all’idea che il perimetro del futuro della Città Metropolitana possa essere confinato alla realizzazione di un trenino sopraelevato o sull’utilità/inutilità di un Passante autostradale (...).
Vincere per fare cosa? Questa è la domanda giusta per ribaltare il piano del confronto, stimolando le migliori risorse della Città per provare a volare un po’ più in alto. Vincere per fare cosa? Questa è la domanda che merita una risposta. Se lo merita Bologna. Se lo meritano i bolognesi' (...)
segue la lettura su www.idemlab.org
15 giugno 2015
Disabilità: andare oltre le “insuperabili problematiche costruttive”


14 novembre 2017
Non è mai troppo tardi 2.0

10 giugno 2015
Like a Rolling Quad. ‘Liberi di fare, liberi di essere. Progetti di Vita indipendente’

“Conoscere le storie di questi attivisti mi avrebbe dato un quadro d’insieme, mi avrebbe fatto rendere conto prima che quella dei disabili è innanzi tutto una lotta per i diritti civili. Ogni bambino disabile dovrebbe poter sfogliare il libro di storia e incontrare lo sguardo di Ed Roberts accanto a quello di Martin Luther King. Per non avere la sensazione di essere sempre il primo: il primo a richiedere un bagno accessibile. il primo a chiedere tutte le ore di assistenza. il primo a pretendere che mettano le rampe in un negozio o in una scuola. Il primo caso di studente con una disabilità grave a voler studiare fuori sede. Per ricordarsi che sta solo continuando un sentiero già tracciato, con amore, determinazione, sacrifici, alti e bassi, confitte e vittorie, dai Rolling Quads ed altri”.Concludo dicendo che tutti coloro che sono scesi nelle piazze d’Italia ed a Bologna per sentirsi liberi di fare e liberi di essere devono sapere che il compito di chi ha responsabilità istituzionali è quello di accompagnargli in questa battaglia per i diritti civili. La settimana scorsa sono intervenuto sul tema del riconoscimento dei care givers familiari e per chiedere l’istituzione nel Comune di Bologna di un’anagrafe sui progetti di vita indipendente. Un anno fa con altri consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione abbiamo avviato un percorso di mappature delle barriere architettoniche. Ora è arrivato il tempo delle risposte. Ora è il tempo che il Governo nel DDL del Bilancio 2018 attualmente in fase di discussione in Parlamento preveda all’interno del Fondo per la non autosufficienza preveda una quota certa e significativa da destinare ai progetti di vita indipendenti. Ora è il tempo che il Parlamento approvi la legge sui care givers familiari. Ma ciascun livello istituzionale deve fare la propria parte. Ora è il tempo che anche il Comune di Bologna adotti il primo PEBA, trovando nel bilancio comunale di quest’anno risorse sufficienti destinate alla rimozione di tutte le barriere architettoniche, burocratiche, normative, culturali. Sono 8 mesi di tempo che aspettiamo la realizzazione di 3 scivoli in Piazza Maggiore. Tanto. Troppo. La vita delle persone non può aspettare i tempi di vita della politica. Stiamo muovendo i primi passi ma ancora troppo lentamente. Fuori da qui ci sono persone come Maria Chiara, Max, Lendy, Leo, Stefano e tanti altri che non possono più aspettare. Dobbiamo cominciare a correre oltre i nostri limiti. Come i rolling quads. Soggetti attivi che inseguono il loro progetto di vita indipendente. Non soggetti passivi destinatari di cure. Non dimentichiamocelo mai. Articoli di stampa: Repubblica Comunicato stampa Intervento di inizio seduta
6 novembre 2017
Non è mai troppo tardi 2.0

10 giugno 2015
L’Europa in Consiglio #1-Erasmus degli imprenditori

6 maggio 2017
In piazza con la Gioventù Federalista Europea

12 aprile 2016
Il mio giorno del ringraziamento
Un sorriso ed un messaggio di speranza per tutti quelli che lottano ogni giorno per la vita.https://www.youtube.com/watch?v=UmpTtBJrNI4&feature=youtu.be
'Il 21 giugno è la giornata nazionale contro linfomi, mieloma e leucemie. Da quest'anno per me non è una semplice ricorrenza, ma una giornata speciale Proprio un anno fa mi è stato diagnosticato 'un linfoma non hodgkin al quarto stadio con interessamento del midollo'. Un ospite non gradito, arrivato senza permesso e senza preavviso. Non sapevo bene cosa volesse dire. Non conoscevo la differenza tra linfomi, mielomi, leucemie. Ma conoscevo il suono cupo e sordo delle parole 'cancro, tumore, chemioterapia' Un mio amico un giorno mi ha detto. 'Devi pensare che si può avere una malattia, senza essere malato'. Così ho fatto. Così è stato.
Ho perso i capelli. Ma non ho mai perso il sorriso.
Così ho fatto. Così è stato.
Ho perso le difese immunitarie. Ma non ho mai perso la speranza.
Così ho fatto, così é stato.
Ho messo la mia vita in stand by. Ma ho imparato a ridefinire le priorità.
A febbraio i medici mi hanno dato il responso. 'Remissione completa'. Il 21 giugno è il mio giorno del ringraziamento. Grazie alla mia famiglia. Alla mia ragazza. Ai miei fratelli. Ai miei amici. Grazie ai medici del Sant'Orsola e dell'Istituto Seragnoli.
Grazie a tutti quelli che mi sono sempre stati vicini. E non mi hanno mai lasciato solo.
Il 21 giugno è il giorno della ricerca. Perchè la ricerca di oggi puó guarire il malato di domani. Oggi è il giorno per donare un sorriso a tutti quelli che soffrono e lottano per la vita. Non siete soli. A tutti voi, va il nostro sorriso'.
21 giugno 2015
Il ritorno dei “Makers”
12 febbraio 2014
Like a Rolling Quad. ‘Liberi di fare, liberi di essere. Progetti di Vita indipendente’

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6 novembre 2017
La.BO 2014. La Scuola di Innovazione politica
2 luglio 2014
I care-givers familiari: l’assistenza alle persone disabili e non autosufficienti

30 ottobre 2017
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29 aprile 2016
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Sabato 6 Febbraio insieme a Michele Calzolari, Presidente Assosim, Sabina Porcelluzzi, Segretaria Fisac CGIL Bologna e l'Avv. Marco Palmieri abbiamo discusso dei tre pilastri su cui poggia l'unione bancaria europea.
12 febbraio 2016
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31 agosto 2013
Stimolare la ‘febbre del fare’: questa è la vera sfida del crowdfunding

21 dicembre 2013
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12 febbraio 2014
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Il circolo on-line del partito democratico di Bologna rappresenta ad oggi il più avanzato progetto di web-democracy e di politica 2.0. Un progetto serio che ci riporta all'avanguardia in Italia ed in Europa, frutto di un intenso lavoro di ricerca e progettazione che ha analizzato tutti gli strumenti telematici fino ad ora utilizzati.


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30 maggio 2012
Competitività territoriale ed agenda urbana europea: uno sguardo oltre gli scenari
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Il circolo on-line del partito democratico di Bologna rappresenta ad oggi il più avanzato progetto di web-democracy e di politica 2.0. Un progetto serio che ci riporta all'avanguardia in Italia ed in Europa, frutto di un intenso lavoro di ricerca e progettazione che ha analizzato tutti gli strumenti telematici fino ad ora utilizzati.


2 settembre 2012
Intervento in Consiglio su “Dopo Di Noi” di prossimità
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Europa e diritti civili. Incontro con Sergio Lo Giudice


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8 maggio 2017
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8 maggio 2017
Diversità nell’Unione: il principio di non discriminazione
Il 2013 è l'Anno Europeo dei Cittadini. È appena uscito un numero speciale di Diario Europeo, interamente dedicato al commento di alcuni articoli della Carta dei Diritti Fondamentali dell'UE. Qual è la funzione identitaria della Carta rispetto alla cittadinanza europea?
Nel numero potete trovare un mio articolo su diritti e disabilità, per ricomporre la diversità nell'Unione e l'Unione nella diversità.
Nei 27 stati membri dell’Unione vivono oltre 80 milioni di cittadini europei con disabilità che rappresentano circa il 6% della popolazione. Quali sono i loro diritti? Quali le opportunità per l'UE? In che modo la Carta dei diritti fondamentali e la giurisprudenza della Corte di Giustizia possono favorire la piena integrazione economica e sociale, l’inserimento nel mondo del lavoro e la partecipazione “attiva” dei disabili alla democrazia europea?
Scopriamolo insieme su questo numero speciale di Diario europeo http://www.diarioeuropeo.it/pages/022012/43-59_Uguaglianza.pdf
"Che io possa vincere
ma se non dovessi riuscire,
che io possa tentare con tutte le mie forze"
(giuramento dell'atleta Special Olympics)
Special Thanks to @Beatrice Orlandini
24 gennaio 2013
Le ragioni di Piazza Taksim






11 luglio 2013
Il motivo è la trasparenza
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4 maggio 2016
L’Europa in Consiglio #1-Erasmus degli imprenditori

6 maggio 2017
L’umanità offesa
Il lavoro è il passaporto per la libertà dei detenuti
20 giugno 2012
Dal vertice di Roma al Consiglio europeo di giugno. La sfida europea per la lotta alla disoccupazione giovanile
Il prossimo Consiglio europeo del 27-28 giugno sarà decisivo per far uscire le politiche europee dal rigore e dall'austerità, con un'inversione della rotta verso la crescita e la solidarietà
Tre saranno in particolare le principali questioni da affrontare: - il coordinamento della politica economica e di bilancio degli Stati membri; - la competitività, l’occupazione e la crescita, con la priorità di promuovere l’occupazione giovanile e il finanziamento dell’economia; - il completamento dell’unione economica e monetaria dell’UE, con particolare riferimento all’Unione bancaria.
In preparazione del Consiglio europeo, si è tenuto lo scorso 14 giugno a Roma il vertice con i ministri del Lavoro e delle Finanze di Francia, Germania, Spagna e Italia. Un appuntamento fortemente voluto dal Governo Letta per lanciare un chiaro segnale politico all’Europa: far sì che il prossimo vertice europeo sia visto come l’ultima chiamata per lalotta alla disoccupazione giovanile.
Del resto, i dati allarmanti sono ormai noti. Secondo l’Eurostat di aprile 2013, il tasso di disoccupazione giovanile ha ormai raggiunto livelli tali da rompere gli argini dell’allarme sociale.
È soprattutto l’Europa mediterranea a soffrire di più la crisi: il 57,9% di disoccupazione giovanile in Grecia, il 56,4% in Spagna, il 38,4% in Portogallo, il 36,9% in Italia (a sinistra la tabella con i dati Istat di aprile 2013). Ma è l’intera locomotiva europea ad essere ferma con un tasso medio di disoccupazione giovanile che si attesa sopra il 23%.
1. L’anticipo delle risorse europee messe in campo per la Youth Guarantee, che ammonta complessivamente a 6 miliardi tra il 2014 e il 2020. Risorse che dovrebbero andare a garantire un’offerta concreta di lavoro, il proseguimento degli studi, l’apprendistato o il tirocinio ai giovani fino a 25 anni entro 4 mesi dalla disoccupazione o dalla fine della scuola.
2. Un piano di alleggerimento del carico fiscale per le imprese che assumono giovani, attraverso una de-contribuzione alle imprese, da finanziare attraverso la riprogrammazione del Fondo sociale europeo UE o attraverso la Banca europea per gli investimenti. Una misura che vale circa 1 miliardo di euro e dovrebbe assicurare la totale copertura degli oneri a carico del datore di lavoro per due anni, con l’impegno a confermare la misura per il periodo 2014-2020 utilizzando la nuova tranche di fondi comunitari.
3. La richiesta di una maggiore flessibilità del Patto di Stabilità che sia in grado di esentare gli investimenti per la lotta alla disoccupazione giovanile dagli stringenti vincoli dei tetti alla spesa pubblica.
Si tratta di misure lodevoli ma di carattere emergenziale e di modesta entità. Basti pensare che il piano Youth Guarantee porterebbe in Italia non più di 400 milioni di euro. Misure inadeguate per fronteggiare una crisi economica e sociale che richiederebbe un piano straordinario per la crescita e l’occupazione.
Del resto, la sterilità dell’Unione Europea nell’affrontare il tema della lotta alla disoccupazione giovanile è lo specchio di una crisi più profonda. Non è solo una questione di regole, ma è un problema essenzialmente politico.
Dal punto di vista normativo, è inutile farsi illusioni. L’asimmetria del processo di integrazione europea nasce dall’avere previsto un’Unione monetaria senza un governo europeo dell’economia. Per rimanere sul tema del lavoro, la competenza dell’Unione Europea in materia di occupazione si limita ad un mero coordinamento delle politiche nazionali che non consente di procedere nell’armonizzazione delle politiche occupazionali. Le disposizioni previste nel Trattato (ex art. 145-150 TFUE) escludono espressamente che le misure adottate a livello europeo in materia di occupazione possano comportare l’armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri, sottolineando come l’occupazione non sia una vera e propria competenza dell’Unione Europea, quanto piuttosto una strategia coordinata per favorire elevati livelli di occupazione.
Le politiche sul lavoro rimangono dunque essenzialmente competenze nazionali, pur dovendosi coordinare con gli indirizzi di massima delle politiche economiche dell’UE.
Nelle strette pieghe di questa limitata capacità di azione, la Commissione europea ha proposto recentemente una serie di misure nel quadro del Piano per l’occupazione giovanile, cui andrà ad aggiungersi un Patto europeo per l’apprendistato che vedrà la luce a luglio. Ma la limitatezza delle competenze riflette la ristrettezza dell’orizzonte di cultura politica degli Stati membri.
Non si può parlare ancora oggi di cessioni di quote di sovranità dagli Stati membri all’UE. La verità è che se oggi gli Stati nazionali vogliono fronteggiare le sfide della competizione globale, l’unico modo per difendere la loro sovranità statale è quella di esercitarla consapevolmente a livello sovranazionale.
Questo vale per il rilancio della competitività dei propri sistemi produttivi, ma è vero anche per la politica estera, per la politica energetica, per il controllo dei flussi migratori, per la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale.
I vertici intergovernativi possono dunque essere utili per affrontare questioni specifiche, ma per uscire dalla crisi l’Unione europea ha bisogno di recuperare una visione profonda della sua funzione sociale, che non può più essere solo di pacificazione dei popoli europei. Necessita di una profonda revisione del principio di attribuzione delle competenze che metta al centro del processo decisionale il ruolo del Parlamento europeo e rafforzi l’indipendenza della Commissione europea attualmente in ostaggio degli interessi nazionali del Consiglio.
In breve, l’Unione europea non sta fronteggiando solo una crisi economica e sociale. Sta attraversando una "crisi di senso".
Inutile lanciare proclami sulla lotta alla disoccupazione giovanile se la competenza europea prevede il mero coordinamento delle politiche nazionali da finanziare con un bilancio europeo. Dannoso annunciare piani straordinari per la crescita nell’UE se le risorse a disposizione derivano da meno dell’1% dei bilanci nazionali.
Questi sono solo alcuni dei nodi che rimangono ancora da sciogliere in vista del prossimo vertice europeo di fine giugno per uscire dalla dittatura dell’emergenza.
(Questo mio articolo è stato pubblicato il 19 giugno sul sito: http://www.valorelavoro.com)
21 giugno 2013
Bologna 2016, noi ci siamo!

16 marzo 2016
La sostenibilità si pratica e non si predica

Tutti parlano di tutela ambientale, ma pochi sanno che una delle cause di emissione di CO2 è la gestione dei dati, considerando che un server produce ogni anno da 1 a 5 tonnellate di CO2 e che 3 e-mail generano la stessa CO2 prodotta percorrendo 1km in auto. Nel prossimo futuro, l'analisi predittiva dei mega-trend ci dice che ci sarà un grande sviluppo dell'economia legata ai Big Data; ciò significa che il servizio di hosting dei server diventerà sempre più importante ai fini della tutela ambientale e della lotta ai cambiamenti climatici.
Per questo è importante dare sempre il buon esempio. A partire dal servizio di hosting del mio sito che da oggi è totalmente "green" perché viene alimentato con energia solare e si avvale della tecnologia certificata del green data center. Una piccola ma significativa innovazione a km zero, visto che sia Executive Service Exe.it che Indici Opponibili sono due realtà imprenditoriali che operano nell'area metropolitana bolognese.
Fatti, non parole.24 maggio 2016
Le prossime elezioni saranno finalmente europee?

17 giugno 2013
Cosa (mi) resterà di #EXPO?
Si è chiuso Expo. Prima di pensare subito a cosa farne degli spazi, nel #DopoExpo, proviamo ad assaporare un momento fatto di orgoglio perché l'Italia ha vinto una sua sfida con se stessa, prima ancora che con il resto del mondo.
Ha ragione il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, quando dice che 'l'Italia vince quando è consapevole della sua unità'. Questa sfida non è stata vinta da qualcuno contro qualcun altro. E' stata vinta da tutti quelli che credono nel Paese.
Solo qualche mese fa sembrava impossibile farlo partire. Impossibile se non in ritardo. Impossibile se non a prezzo della corruzione.
Poi, ad un tratto, l'impossibile è diventato possibile. Come dimostrano più di 20 milioni di visitatori.
Perché la politica a volte sa essere l'arte dell'impossibile se riesce a farci credere in noi stessi come Paese e non in fazioni 'l'un contro l'altro armate'.
Tiriamo un bel respiro di sollievo. Ed ora espiriamo.
Per non eccedere nella boriosità, triste almeno quanto la litania del disfattismo.
Tra l'ansia (passata) di non farcela e l'ansia (futura) di cosa farne per il dopo, c'è lo spazio della riflessione sul presente.
Cos'è stato Expo? Cosa resterà dentro di noi di Expo?
A guardarlo da Facebook non c'è alcun dubbio: Expo è stata una sequenza impressionante di foto su file di persone.
Fortunatamente la finestra sul mondo è molto più grande del nostro giardino della pagina personale su Facebook.In effetti le code umane (fuori e dentro i cancelli, per accedere ai padiglioni) sono state impressionanti. Ma a raccontare quelle ci pensano giá gli altri. A me piacerebbe che ci fermassimo a pensare un attimo ancora a quello che c'era dentro i padiglioni per poterlo raccontare a tutti quelli che non sono riusciti a venire.
Intendiamoci. L'esposizione universale sul cibo è un genere letterario che fa gara a sè. Difficile da inquadrare nelle categorie predefinite.
Non è un luna park del cibo. Ma a volte sembra anche quello.




'Basterà per tutti?'Perché il nostro modello di produzione globale non è sostenibile per i 9 miliardi di abitanti che vivranno su questo Pianeta da qui al 2050. Non basteranno le serre nel deserto e gli orti verticali, se non crescerà la consapevolezza globale sulla sicurezza alimentare. Al di là dei numeri dei visitatori, del turismo, dell'impatto sul PIL, a questo dovrebbe servire Expo. A riflettere su come vincere la sfida globale sulla sostenibilità alimentare. Perchè nutrire il Pianeta (non solo noi!) è la grande sfida del futuro.
L'agricoltura è l'arte di saper aspettare.

L'Albero della Vita dovrà rimanere lì a ricordarcelo come un comandamento o, se preferite, come un inno alla speranza nel genere umano.
1 novembre 2015
Il motivo è la trasparenza
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4 maggio 2016
Europa e diritti civili. Incontro con Sergio Lo Giudice


30 maggio 2013
NON CHIAMATELA ‘QUESTIONE MERIDIONALE’

Dove 500 km puoi farli in meno di tre ore (Milano-Roma) o in non meno di cinque (Roma-Reggio Calabria).Se poi si vive in Basilicata ci si ritrova dentro un paradosso: una delle Regioni più piccole d'Italia (secondo la cartina tradizionale), ma una delle più grandi (secondo la cartina reale delle distanze di percorrenza). Certo. Non è la stessa cosa percorrere la medesima distanza in pianura o tra le montagne. Ma nessuna diversità orografica può giustificare (nel 2015!) una tale disparità di trattamento.
Per questo, se la guardate meglio questa cartina vi parla di una parola chiave per lo sviluppo dell'Italia: uguaglianza.Quella che troppo spesso (appare e) scompare dal linguaggio della politica. Quella che ancora manca in questo Paese per essere davvero unito ed unitario. Per questo non sopporto l'ipocrisia del vento revanscista che soffia sulla 'questione meridionale'. Il più comodo alibi, lautamente offerto dagli intellettuali del Sud ai governanti, per fornire una pausa di riflessione, senza voler mai affrontare il problema. Un continuo schiaffo morale a chi rimane al Sud per lavorare onestamente, senza lamentarsi, pur tra tante difficoltà in più. Ma soprattutto la più facile sentenza auto-assolutoria per il resto del Paese. Ai membri della Direzione nazionale del PD riuniti domani per dare risposta agli allarmanti dati Svimez sulla disoccupazione chiedo di avere il coraggio di lasciare la 'questione meridionale' ai sofismi del Novecento e di non inseguire i toni da propaganda elettorale con l'immancabile elenco di promesse mancate su cui è stata fondata la Seconda Repubblica.
Non esiste una questione meridionale. Esiste semmai una 'questione Italia'.Un Paese dove la lotta contro la diseguaglianza passa tanto dalla legalità quanto dalla cultura, tanto dalle infrastrutture digitali (rete a banda-ultra larga) quanto da quelle tradizionali (rete dei trasporti).
Perché l'alta velocità è tale se vale per tutti. Altrimenti serve solo a spaccare l'Italia in un Paese a due (o più) velocità.ps Cliccando sull'info-grafica di Simone Bordoni è possibile vedere i dati relativi ai tempi di percorrenza dei treni (AV, dove disponibili) sulle principali tratte del territorio italiano, comparando le differenze tra Nord, Centro e Sud. (guarda qui) @ Articolo pubblicato su l'Unità il 6 Agosto 2015

6 agosto 2015
Il Tavolo Permanente dei Giovani Professionisti
3 maggio 2016
Viaggio nel cuore nero dell’Europa




17 maggio 2013
Il mio giorno del ringraziamento
Un sorriso ed un messaggio di speranza per tutti quelli che lottano ogni giorno per la vita.https://www.youtube.com/watch?v=UmpTtBJrNI4&feature=youtu.be
'Il 21 giugno è la giornata nazionale contro linfomi, mieloma e leucemie. Da quest'anno per me non è una semplice ricorrenza, ma una giornata speciale Proprio un anno fa mi è stato diagnosticato 'un linfoma non hodgkin al quarto stadio con interessamento del midollo'. Un ospite non gradito, arrivato senza permesso e senza preavviso. Non sapevo bene cosa volesse dire. Non conoscevo la differenza tra linfomi, mielomi, leucemie. Ma conoscevo il suono cupo e sordo delle parole 'cancro, tumore, chemioterapia' Un mio amico un giorno mi ha detto. 'Devi pensare che si può avere una malattia, senza essere malato'. Così ho fatto. Così è stato.
Ho perso i capelli. Ma non ho mai perso il sorriso.
Così ho fatto. Così è stato.
Ho perso le difese immunitarie. Ma non ho mai perso la speranza.
Così ho fatto, così é stato.
Ho messo la mia vita in stand by. Ma ho imparato a ridefinire le priorità.
A febbraio i medici mi hanno dato il responso. 'Remissione completa'. Il 21 giugno è il mio giorno del ringraziamento. Grazie alla mia famiglia. Alla mia ragazza. Ai miei fratelli. Ai miei amici. Grazie ai medici del Sant'Orsola e dell'Istituto Seragnoli.
Grazie a tutti quelli che mi sono sempre stati vicini. E non mi hanno mai lasciato solo.
Il 21 giugno è il giorno della ricerca. Perchè la ricerca di oggi puó guarire il malato di domani. Oggi è il giorno per donare un sorriso a tutti quelli che soffrono e lottano per la vita. Non siete soli. A tutti voi, va il nostro sorriso'.
21 giugno 2015
Aiuti di Stato ed edilizia residenziale sociale
29 aprile 2016
Buon compleanno, Cittadini Europei!


9 maggio 2013
Elezioni regionali ed il regolamento dei conti dentro il PD
30 maggio 2015
I-cuber. Puntata sulla green economy
Questa volta siamo andati alla scoperta delle realtà del territorio che si occupano di ‘green economy’ e di economia circolare.



27 aprile 2016
La nostra ‘Europa 2020’
28 aprile 2013
La solitudine dei numeri primi. Lettera aperta a Pippo Civati e ai suoi sostenitori
Non hai scelto di fare la minoranza dentro il Partito. Ma di fare l'opposizione al Governo. Un po’ per scelta, un po’ per costrizione.Per questo oggi capisco che la tua decisione sia dolorosa anche per te, ma inevitabile. Forse persino tardiva: se questa doveva essere la tua strada, allora avresti dovuta percorrerla già qualche tempo fa. Chi festeggia per la tua uscita dal PD non riesce a cogliere il senso profondo di una sconfitta per tutti. Le epurazioni, le diaspore e le decisioni disciplinari lasciamole agli altri partiti e movimenti. Chi irride la tua scelta, non offre prova della forza della maggioranza, ma dimostra mancanza di umiltà e di lungimiranza. Un grande Partito che si assume la responsabilità di cambiare il Paese deve imparare ad ascoltare le ragioni di tutti, discutere, confrontarsi e poi avere il coraggio di prendere una decisione. Altrimenti si ritorna alla paralisi della palude ed alla dittatura della minoranza. Per imparare a vincere bisogna prima imparare a perdere. Come ha fatto Renzi con il concession speech dopo aver perso le primarie con Bersani. La tua scelta di uscire dal PD avrà un forte impatto su quelli che ti hanno sostenuto. Io penso che sia Civati ad uscire dal PD, ma non i civatiani. Sono convinto che la maggioranza di quelli che ho conosciuto e con cui ho avuto la fortuna di lavorare in questi anni credono fermamente che il PD sia la loro casa. Perché quello che forse nessuno ha compreso fino in fondo è che i sostenitori sui territori di Renzi e Civati sono in grandissima parte persone animate dagli stessi valori e dal comune desiderio di cambiamento.
Continuo a pensare che i ‘civatiani’ meritino di avere pieno diritto di cittadinanza dentro il Pd. Non altrove. Continuo a pensare che questo PD abbia molto bisogno della forza contagiosa delle idee del ‘primo’ Civati. Non dell’ultimo.Perché quello che a molti (invero, troppi) continua a sfuggire è che il Partito Democratico non appartiene ai dirigenti e nemmeno al suo Segretario, ma alla sua comunità di iscritti ed elettori ed ai suoi volontari che lo rendono un organismo vivente e pensante, non solo durante le scadenze elettorali. Non serve né per gratificare le ambizioni di carriera dei primi né a custodire il senso di appartenenza dei secondi, ma a rappresentare gli elettori di centrosinistra e a dare un governo all’Italia. Rimango fiducioso che questo non sia un addio. Ma un arrivederci. Alla Prossima Fermata.
6 maggio 2015
A pranzo con Marco Lombardo

- Rigatoni con ragù di salsiccia pasticciati o penne all'arrabbiata,
- spezzatino di maiale con patate o insalatona mista con uova sode
27 aprile 2016
Diversità nell’Unione: il principio di non discriminazione
Il 2013 è l'Anno Europeo dei Cittadini. È appena uscito un numero speciale di Diario Europeo, interamente dedicato al commento di alcuni articoli della Carta dei Diritti Fondamentali dell'UE. Qual è la funzione identitaria della Carta rispetto alla cittadinanza europea?
Nel numero potete trovare un mio articolo su diritti e disabilità, per ricomporre la diversità nell'Unione e l'Unione nella diversità.
Nei 27 stati membri dell’Unione vivono oltre 80 milioni di cittadini europei con disabilità che rappresentano circa il 6% della popolazione. Quali sono i loro diritti? Quali le opportunità per l'UE? In che modo la Carta dei diritti fondamentali e la giurisprudenza della Corte di Giustizia possono favorire la piena integrazione economica e sociale, l’inserimento nel mondo del lavoro e la partecipazione “attiva” dei disabili alla democrazia europea?
Scopriamolo insieme su questo numero speciale di Diario europeo http://www.diarioeuropeo.it/pages/022012/43-59_Uguaglianza.pdf
"Che io possa vincere
ma se non dovessi riuscire,
che io possa tentare con tutte le mie forze"
(giuramento dell'atleta Special Olympics)
Special Thanks to @Beatrice Orlandini
24 gennaio 2013
Il senso della trasparenza ed il ruolo della minoranza
La trasparenza è la proiezione sostanziale del principio di uguaglianza.Per confutare questa idea vorrei brevemente raccontarvi una storia. In questa sala ci sono alcuni avvocati. Ebbene, si puó dire che l'avvocatura stessa sia nata da un atto di trasparenza. Sapete quando? Nel 304 A.C quando un liberto, di nome Gneo Flavio, pubblicó il calendario dei Dies Fasti e dei Dies Nefasti, destando lo scalpore dei sacerdoti. Prima di quella data, se uno voleva portare avanti una causa, se la presentava nei giorni fasti veniva accolta; se la presentava nei giorni nefasti veniva rigettata. Ovviamente solo i sacerdoti erano custodi del calendario; per questo solo loro potevano chiedere e ottenere giustizia. Ma quando quel calendario venne reso pubblico, da allora tutti poterono difendere le ragioni del civis. Gneo Flavio non si limitò a pubblicare il calendario; pubblicò anche il testo delle legis actiones, il formulario delle regole processuali con cui chiedere giustizia. Da quel momento non fu più il giorno in cui veniva presentata la causa il discrimine tra il rigetto e l'accoglimento della domanda. Ma il rispetto della giustizia e della legge. Da allora, da un atto di trasparenza, si è cominciato a dare sostanza al principio per cui tutti possono essere uguali davanti alla legge, senza dover essere difesi da una casta di sacerdoti. Questa é la trasparenza. Anche per noi oggi, nell'approvazione del bilancio consuntivo e preventivo, la trasparenza deve essere intesa in senso ampio, come proiezione sostanziale del principio di uguaglianza. Significa dire oggi come vengono usati i soldi. Significa dare tracciabilità del proprio impegno politico. Significa rendicontare quello che di fa.
Perchè la nuova politica non deve fare promesse. Deve mantenerle.Trasparenza significa dire oggi che la politica non è più appannaggio esclusivo di una classe di sacerdoti, arroccata nel mantenimento dei propri privilegi. Significa dire che tutti possono avere accesso alla politica. Ma fare politica non è per tutti. Richiede sacrificio, sudore, senso di responsabilità, orgoglio e bellezza per mettersi al servizio del bene comune e non dei propri interessi personali. In breve, questo per noi significa trasparenza: uguaglianza, parità di accesso, competizione di entusiasmi e idee. Arrivo alle conclusioni, soffermandomi brevemente sul ruolo della minoranza.
C'è un modo nuovo di essere minoranza.Il compito della minoranza non è quello di battere i pugni sul tavolo e dire 'io esisto', 'io ci sono'. L'ambizione della minoranza non è diventare maggioranza. Lo scopo non può essere quello di allungare i tempi della discussione all'infinito perchè non si arrivi mai alla decisione. Non è quello di creare finte divisioni all'infinito per avere visibilità sui giornali. Il compito della minoranza è quello di controllare e verificare l'azione della maggioranza. Il compito della nostra minoranza è quello di proporre idee, avanzare proposte per portare il Partito verso l'apertura, la partecipazione, la trasparenza. Perchè siamo dello stesso Partito. Siamo minoranza, non opposizione. Non dimentichiamocelo mai. Per questo dobbiamo lavorare insieme affinchè i singoli punti di vista di ciascuno di noi possano diventare una prospettiva comune, uno sguardo condiviso verso il futuro. Per questo motivo non abbiamo voluto presentare un ODG e contarci in Direzione; ma abbiamo preferito lavorare insieme al nuovo Segretario per costruire un documento di sintesi che accogliesse i nostri contributi e le nostre proposte. Da domani avremo una sezione del sito del PD di Bologna dedicata alla trasparenza, in conformità con quella prevista dal sito del PD Nazionale (www.partitodemocratico.it/trasparenza) per fare vedere da dove provengono le risorse (partendo dalle forme di autofinanziamento più tradizionali come le feste dell’Unità ed il tesseramento, ma investendo anche in quelle più innovative come il crowdfunding, il fundraising, la donazioni via sms, il 2x1000), come vengono utilizzate con voci dettagliate di spesa (divise per elezioni, propaganda, comunicazione; costo del personale; etc.) ed affermando il principio generale per cui si accettano finanziamenti in campagna elettorale, solo se chi finanzia firma la liberatoria della privacy per pubblicare il proprio nome. Perché non dobbiamo aspettare le indagini giudiziarie per correre ai ripari.
Il problema non è a valle, ma a monte: si tratta di concordare le forme per restituire credibilità alla politica.Siamo soddisfatti del voto all'unanimità nella Direzione provinciale e pensiamo che, in prospettiva, questa dinamica collaborativa potrà essere utile anche in futuro, in vista delle prossime sfide che ci attendono. Non sarà un compito facile. Ma se lavoreremo insieme nella costruzione di un percorso comune, nessuna sfida è impossibile'.
Per noi la trasparenza non è uno slogan. E’ lo strumento per rendere il PD una 'casa di vetro'.Marco Lombardo - (Direzione Provinciale 20-04-2015)
20 aprile 2015