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Gig Economy, non solo Riders

di Marco Lombardo

Giovedì 5 dicembre ho partecipato volentieri all’incontro sulla metamorfosi del lavoro con alcune piattaforme della gig-economy come Jobby e Winelivery.

Il nuovo decreto del Governo costituisce un importante passo in avanti rispetto al decreto precedente, anche riprendendo il modello della #CartadiBologna, ma non risolve il problema.                                 

Perché è un tema che non si può risolvere per decreto o per via legislativa, ma con una nuova cultura del lavoro digitale nel nostro Paese.

Per questo l’azione dell’amministrazione comunale di Bologna continuerà ad andare avanti. La nuova normativa lascia un anno di tempo alle piattaforme della gig economy per fare accordi territoriali di secondo livello con le organizzazioni sindacali.

Il mio invito alle piattaforme che operano a Bologna e’ quello di utilizzare questo tempo, in maniera proficua.

Non dobbiamo consentire che venga utilizzato questo anno di tempo per arretrare le condizioni lavorative, per poi provare magari ad adeguarsi alla normativa in un momento successivo.

L’incidente delle scorse settimane al driver di #Deliveroo o le proteste dei riders di #JustEat dimostrano che non si può aspettare.
Riders ma non solo.


I riders ed il sistema di food delivery rappresentano solo il 10% dei lavoratori della gig economy nelle nostre aree urbane.

Per questo ieri sera ho chiesto a piattaforme che credono nel rispetto delle condizioni dei lavoratori, come Jobby o Winelivery, di impegnarsi subito a firmare la #CartadiBologna per arrivare al più presto ad un accordo territoriale metropolitano con le organizzazioni sindacali.
Perché sappiamo che alcune piattaforme oltre all’algoritmo ci mettono il valore e non solo il profitto.


Laddove invece entro lo spazio temporale della nuova norma dovessimo avere ancora piattaforme della gig economy che non rispettano la Carta, i diritti dei lavoratori e le relazioni sindacali, credo che di queste piattaforme a Bologna potremmo farne anche a meno.

Non è una questione economica.

É una questione culturale.

8 Dicembre 2019

© Marco Lombardo 2016