Caro Matteo, proprio non ti seguo.
Caro Matteo, proprio non ti seguo.
Sono stato uno di quelli che ti ha sostenuto quando volevi cambiare il PD, rinnovarlo nelle persone e nei metodi.
Spingendo il carro, senza salirci sopra, a differenza di altri che erano alla ricerca di un posto al sole.
Quando hai avuto la possibilità di cambiare il PD, non l’hai fatto.
Hai mantenuto le oligarchie territoriali ed hai preferito concentrarti sull’ azione di Governo. Così facendo, hai tradito la promessa di cambiamento nel partito che avevi rappresentato.
Ho smesso di seguirti quando, dopo la dolorosa sconfitta del referendum, ti sei avvitato in una continua scommessa personale, su te stesso, trascinandoti dietro un partito ed un Paese.
Non farò mai parte di quelli che gioiscono per la tua uscita. Dispiace sempre quando un compagno di strada, col quale hai fatto un pezzo di cammino assieme, decide di salutarti ed andare via.
Però una cosa mi sento il dovere di dirtela.
Avrei potuto capire una scissione su questioni valoriali, identitarie o di principio.
Avrei potuto capire una scissione su una scelta fondamentale come fare il Governo oppure no. Ma una scissione strategica, pensata e costruita a tavolino, il giorno dopo l’incasso dei ruoli nel Governo, per farti una tua good-company e magari lasciare a presidio del Pd la tua bad-company nella speranza recondita di tornarne un giorno alla guida, proprio no.
Avevi due strade davanti: non hai scelto la meno battuta. Hai scelto una scorciatoia.
Così non è una scelta di coraggio.
Il coraggio si sceglie col cuore.
E’ una scelta di comodo e di interesse che non condivido e che non penso possa condividere quel popolo del partito democratico che, insieme a me, ti aveva sostenuto alle primarie.
Il PD ha bisogno di essere riformato. Non abbandonato.
Davanti al pericolo delle destre, con un Governo appena nato e le elezioni regionali alle porte, di tutto c’era bisogno tranne che di divisioni.
La storia insegna una cosa semplice ed elementare. Quando la sinistra si divide non fa altro che fare il gioco della destra.
29 Agosto 2019