Sulla riforma della legge elettorale: proposte, idee e suggerimenti
Visto che è diventato ormai lo sport nazionale, provo anch’io a trarre qualche considerazione sulla nuova legge elettorale e a dare qualche suggerimento per il futuro al mio Segretario.
Se avessi potuto scrivere la legge elettorale da solo, a tavolino, avrei scelto un maggioritario, con doppio turno, con voti di preferenza, collegi nominali, premio di maggioranza e clausola di sbarramento del 5%.
Ma le leggi elettorali non si fanno da soli. Purtroppo. O per fortuna.
Le regole della democrazia non si fanno a colpi di maggioranza, ma coinvolgendo tutte le forze parlamentari. Tutte. Nessuna esclusa. It’s democracy, baby.
Certo, dopo la trattativa capita che ci si ritrovi davanti ad un proporzionale, con premio di maggioranza, listino bloccato, seggi attribuiti su base nazionale e 3 soglie di sbarramento.
Certo, è il proporzionale più maggioritario che si potesse fare. Certo, non ci sono le preferenze, ma alcuni faranno le primarie ed il listino bloccato è talmente ‘corto’ che puó avere un effetto analogo ai collegi.
Il doppio turno (è eventuale ma almeno) c’è tutto: alla fine dei conti, direi che questa è la vera conquista della trattativa.
Già la trattativa: l’accordo sulla legge elettorale puoi valutarlo solo se lo guardi come il pezzo di un puzzle di riforme più ampio che coinvolge il titolo V e la trasformazione del Senato.
E allora come si giudica l’accordo? Buono nel merito. Meno nel metodo.
Intendiamoci. Io mi fido del mio Segretario. Se ho scelto lui è perchè conducesse le trattative anche per nome e per conto mio. Ma gli suggerirei in futuro un paio di avvertenze. La prima: consultare prima la base degli iscritti, attraverso il referendum interno. Il voto alle primarie è fortissimo, ma non si puó trasformare sempre in una delega in bianco. La seconda: fidati (di più) della tua base e non fidarti (troppo) della tua controparte. Questo parlamento non riuscirà a fare in un anno un processo di riforma costituzionale. Berlusconi lo sa bene. Sarei ben lieto di essere contraddetto dai fatti. Ma non succederà. Per questo avrei preferito che la trattativa sulla legge elettorale includesse (solo) la legge di attuazione dell’art. 49 della Costituzione sulla disciplina dei partiti e della loro democrazia interna. Sta tutto lì il vero cuore del problema della democrazia rappresentativa in Italia. Bastava una legge ordinaria. Basta ancora approvare uno dei tanti testi a firma PD. Io preferirei la proposta di disciplina dei partiti politici (Camera dei Deputati n. 4955) presentata il 14 febbraio 2012; se non altro perchè ho contribuito a scriverla.
Legge elettorale e norma di disciplina dei partiti. Stop. Forse sarebbe stata una trattativa meno ambiziosa. Ma assai più rapida ed efficace. E ci consentirebbe di tornare ora a parlare di lavoro, crescita ed Europa. Quello che si aspettano gli italiani.
ps: A proposito di velocità. Finalmente abbiamo cambiato passo. Ora abbiamo un partito che detta l’agenda al governo. Prima si discuteva all’infinito. Si discuteva per discutere. Oggi si decide. E si discute per decidere.
Abbiamo cambiato passo. Ora è il momento di tradurre le decisioni in fatti concreti. Solo così si cambia verso. Velocemente. Ma senza fretta.
pps: Chi ha perso davvero in questa partita sono i parlamentari del movimento 5 stelle che sono stati costretti ad auto-emerginarsi per volere del loro Capo. Ed ora inevitabilmente si lamenteranno per essere stati esclusi dalla trattativa. Quando capiranno che avrebbero potuto fare molto di più in questa legislatura, anzichè concepire il mandato elettorale come una gita scolastica fuoriporta in Parlamento sarà troppo tardi. Hanno preferito ancora chinare la testa e votare sulla rete una loro proposta, quando i giochi sono ormai fatti. A dimostrazione del fatto che la Rete, a volte, può trasformarsi in un’isola di solitudini e può essere persino più lenta delle azioni umane.
25 Gennaio 2014