Programma punto 9
INNOVAZIONE
“L’innovazione non è per pochi, ma deve riguardare tutti. E’ un processo di trasformazione culturale che riguarda il pubblico, quanto il privato. Non è necessariamente legata allo sviluppo di nuove tecnologie. L’innovazione è un’attitudine mentale per aprire spazi nuovi, dove prima non esistevano. L’innovazione non è una formula per creare la start-up di successo, ma è un modo per capire come si può migliorare dai propri fallimenti e creare un nuovo prodotto o un nuovo servizio, ovvero creare una nuova utilità collegando in modo originale cose già esistenti”.
Bologna e il suo territorio metropolitano sono da sempre sinonimo, sia a livello nazionale, che internazionale, di imprenditorialità, di capacità di innovazione, di laboriosità, di modelli inediti ed efficaci di collaborazione tra imprese e sociale.
La crisi economica, che dal 2008 sta ridisegnando la struttura, i confini, gli attori protagonisti del sistema economico, mette alla prova il nostro modello, ma ci offre anche moltissime opportunità per ri-affermare il nostro ruolo guida nelle dinamiche e nei numeri del sistema economico nazionale ed internazionale.
C’è un’innovazione sociale diffusa nel nostro territorio che non riguarda solo i prodotti, ma i processi.
Ma l’innovazione che non incide solo sulle decisioni dei privati, ma anche i decisori pubblici chiamati a trasformarsi in policy-makers.
Ci vuole il coraggio di pensare ad un nuovo modello di crescita fondato sull’innovazione per creare davvero un’economia della conoscenza e promuovere la competitività. Non conta solo la quantità di risorse pubbliche nella ricerca e nell’innovazione. Negli anni ’70 il Giappone spendeva il 2,5% del PIL in R&S, mentre l’Unione Sovietica spendeva oltre il 4%. Ma quest’ultima investiva tutto nello spazio e nelle spese militari, laddove il Giappone lo investiva nei settori tecnologicamente avanzati che gli hanno consentito un poderoso sviluppo economico negli anni successivi. E’ la qualità degli investimenti nell’innovazione e nella ricerca che fa la differenza.
Il compito degli amministratori pubblici è quello di disegnare un ecosistema dell’innovazione coinvolgendo le imprese, le scuole tecniche, i centri di ricerca, le fondazioni private e l’università per tornare ad investire nella più grande ricchezza e nel vero valore aggiunto del nostro territorio: il capitale umano.
PROPOSTE.
HUB EUROPEO DELL’INNOVAZIONE SOCIALE. In questi anni il Comune di Bologna ha avviato un importante percorso di formazione sulle scuole tecniche secondarie: basti pensare a quanto è stato realizzato dalll’amministrazione Merola con le Aldini Valeriani e con l’Itis Belluzzi sul tema delle start-up e dell’imprenditorialità. Ora si tratta di proseguire nel percorso con un altro tassello fondamentale del puzzle della formazione e dell’innovazione, avviando un dialogo strutturato con l’università, i centri di ricerca, le imprese e le fondazioni. Si tratta di governare in modo strategico gli investimenti nella formazione per generare spin-off che, partendo dalla ricerca diventino strumenti di creazione di valore e lavoro per attrarre talenti altamente qualificati da tutta l’Europa e favorire l’internazionalizzazione delle attività d’impresa presenti nel nostro territorio. Vi sono settori strategici individuati dal programma di Horizon 2020, come la green economy, la manifattura 4.0, il biomedicale, i Big Data, la filiera agroalimentare in cui esiste un potenziale di crescita enorme per lo sviluppo economico e sociale della Città metropolitana di Bologna. L’innovazione non riguarda solo il privato, ma è un processo di trasformazione che deve riguardare anche il pubblico, il suo modo di pensare ed il suo modo di agire.