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La protezione dei portici al tempo dei debiti

di Marco Lombardo

Il 20 settembre, ho avuto il grande piacere di partecipare alla ottava edizione di Insolvenzfest 2019, che anche questo anno, ha scelto Bologna come sede dei propri confronti.

Il tema della nuova edizione è stato dedicato al “Tempo dei debiti”. Si chiude così una trilogia di edizioni dedicate ai soggetti, ai luoghi ed ora al tempo.

Nella mia relazione ho affrontato il tema del tempo dei debiti dalla dimensione della sfera pubblica del governo di una Città come Bologna. Il tempo nella relazione tra debito e credito è relativo. Il tempo per il debitore non passa mai e si dilata a dismisura nei secondi che passano tra il chiudere la porta di casa, scendere le scale e guardare la buchetta delle lettere per la paura di trovarvi un’ingiunzione di sfratto. Ovviamente parlo del debitore che vuole onorare il proprio debito; parlo di un soggetto sovraindebitato che si trova nell’impossibilità di adempiere al suo debito. Ma anche il tempo per il creditore si sta trasformando; a volte perché egli stesso può essere a suo tempo creditore e debitore di qualcun’altro. Ma anche perché il decorso del tempo tende ad una velocità enorme fino quasi ad annullarsi nella produzione di interessi. Non è necessariamente il decorrere del tempo a generare interessi: pensiamo solo al fenomeno delle cryptovalute.

Il tempo del debito, riguarda anche e sempre di più, il rapporto con la società: la relazione sociale. La precarietà del tempo in cui viviamo genera isolamento, solitudine, povertà relazionale, che a sua volta provoca una percezione di profonda e costante insicurezza. La precarietà del nostro tempo dipende dai nuovi indebitamenti che sono sempre più legati a beni e servizi essenziali, come la cura della nostra salute, la scolarizzazione dei figli, la cura dei genitori anziani. Non ci indebita più per l’acquisto di beni durevoli (una casa, una macchina), ma per l’acquisto di servizi essenziali. In queste nuove e frustranti forme di indebitamento, si annida la sfiducia verso lo Stato e la politica, che non garantisce la libertà, i diritti e la parità previste dalla nostra Costituzione.

In questo contesto le città possono e devono fare molto e non rassegnarsi a un ruolo di mere erogatrici di beni e servizi. Se gli amministratori pensano che il loro ruolo debba limitarsi all’erogazione di servizi per i cittadini in modo celere, efficace ed efficiente, penso che rischieremo presto di essere sostituiti da qualche algoritmo.

Agli amministratori ed ai decisori politici che governano uno Città spetta il compito di portare avanti una visione di città.

Nelle Città invisibili, Calvino affermava che ogni città possiede un “programma implicito” iscritto nelle proprie pietre e nel proprio spirito civico. A mio avviso, il compito di un amministratore è quello di portare avanti il “programma implicito” di una città. Inteso come un aspetto inciso e insito nel DNA della città stessa; un programma implicito, iscritto nelle pietre dell’urbs e nelle coscienze della Civitas.

Bologna ha un proprio “programma implicito” espresso nelle proprie pietre. Bologna è la città dei portici e non ha caso, è stato deciso di candidarli a patrimonio Unesco. Non solo per contrastare il degrado e la cura delle sue pietre, ma anche per preservare lo spirito dei portici che sono nati per proteggere le persone dalla pioggia e dalle intemperie del tempo, ma che oggi sono chiamate ad assolvere a un ruolo nuovo. Proteggere le persone, al di la della cittadinanza, al di la della loro condizione economica e sociale. Proteggere le persone dalle intemperie del tempo dei debiti!

Per fare ciò è necessario comprendere situazioni e aspetti nuovi dei nostri tempi, come il rapporto tra il tempo dei debiti e il lavoro. Perchè anche tale paradigma sta cambiando. L’equazione consequenziale del passato: lavoro – reddito da lavoro dignitoso è mutata. Oggi non è più necessariamente valida tale equazione, in quanto si può avere un lavoro, si può avere un reddito da esso, ma essere comunque poveri. Per tanto bisogna affrontare il tema della povertà nel mondo del lavoro di oggi. Così come è necessario affrontare il tema dei tassi di occupazione generale e della occupazione femminile. Per fare ciò dobbiamo andare oltre i dati e l’ufficialità sino ad ora assunta e capire cosa accade e cosa sta mutando realmente nel mondo del lavoro di oggi, come per esempio i cambiamenti nel mondo del lavoro digitali, che ancora oggi, nonostante la Carta, ed ad eccezione, di Bologna, continuano a non vedersi riconosciuti anche i diritti e le tutele minime.

L’amministrazione comunale sta portando avanti con la Curia, le associazioni sindacali e le associazioni di impresa, il tema delle disoccupazioni di lunga durata con il progetto Insieme per il lavoro.

Con tale lavoro si è dimostrato che il dialogo e l’ascolto dei bisogni dei lavoratori e delle imprese genera quel matching aziendale che è possibile e produce risultati occupazionali ed inserimenti nel mondo del lavoro.

E’ in questo contesto si inserisce la tutela degli invisibili che si inserisce il tema degli organi di composizione della crisi, che grazie alla sinergia e collaborazione con l’Ordine dei Commercialisti e degli Avvocati di Bologna, insieme a Comune e Città Metropolitana di Bologna ed a breve anche insieme a Tribunale di Bologna e CRIF, si è tradotto nella creazione di uno strumento di supporto per i lavoratori come lo Sportello per gli OCC: uno sportello che svolge una funzione di filtro, con funzioni di orientamento ed indirizzo verso gli organi di composizione della crisi, per la risoluzione delle stesse.

Infine, voglio segnalarvi un ultimo recente progetto. INPS per tutti a Bologna. Condividere banche dati, strumenti amministrativi e reti associative per far sì che i benefici previdenziali o quelli legati all’erogazione della pensione di cittadinanza o del reddito di cittadinanza vadano a coprire quelle persone senza dimora che ne avrebbero più bisogno. Ma anche inserire nuove forme di collaborazioni tra INPS e Insieme per il lavoro. Tali iniziative servono a sottolineare che è sicuramente opportuno un reddito di cittadinanza per chi vive situazioni di povertà e difficoltà. Ma da solo questo non basta. Il lavoro non è solo reddito; il lavoro è dignità. E’ possibilità di poter affermare attraverso le proprie competenze e il proprio lavoro, la propria unicità. la propria personalità. Il proprio modo di essere. “INPS per tutti” qui a Bologna non vuole essere solo uno strumento di facilitazione nell’accesso al reddito di cittadinanza, ma anche uno strumento di collegamento con le politiche attive dell’amministrazione per arrivare ad incentivare alla assunzione di persone che ne hanno bisogno, offrendo una reale e concreta opportunità di inserimento occupazionale nel mercato del lavoro.

Questo è ciò che come amministrazione e come politica possiamo fare. Dobbiamo lavorare, supportare e orientare il mondo economico, sociale e del terzo settore a produrre, non solo profitto e dividendi, ma a produrre Valore per la comunità. Generare credito diffuso attraverso la cultura dei beni comuni. Restituire speranza e fiducia in un futuro individuale e collettivo.



15 Settembre 2019

© Marco Lombardo 2016