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RIDERS E CAPORALATO DIGITALE.

di Marco Lombardo

Devo ammetterlo. La sentenza del tribunale di Milano che riconosce il caporalato digitale per Ubereats mi mette amarezza.

Vi spiego perché.

Il 31 maggio del 2018, a Bologna veniva firmata la #CartadiBologna 
E’ stato uno dei passaggi per me più importanti di questo mandato amministrativo. Il primo accordo metropolitano sulla #Gigeconomy sottoscritto dal Comune di Bologna insieme a Riders Union BolognaCgil BolognaCisl Area Metropolitana BologneseUil Emilia RomagnaMymenu, Sgnam e successivamente Domino’s Pizza

Ad oggi, purtroppo ancora l’unico accordo in materia sottoscritto dalle parti. 

Certo, la Carta di Bologna è diventata un importante testo di riferimento per la nuova legislazione nazionale, ma in assenza di accordo con le piattaforme, la normativa manca ancora della cogenza e dei profili sanzionatori per chi non rispetta le tutele minime sul lavoro. 

 

Chi segue la mia attiva politica e istituzionale sa bene che il mio impegno è stato sempre quello di avere una carta dei diritti, non di scrivere diritti sulla carta.

A due anni dalla firma, molte disposizioni della Carta sono state attuate (obblighi informativi, obblighi assicurativi, divieto di cottimo, aumento del salario minimo, indennità integrative, sospensione del servizio in caso di neve, riunioni sindacali retribuite, sicurezza nella contactless delivery, mascherine e dispositivi di protezione individuali durante la pandemia) ma altre rimangono ancora da attuare (misure sanzionatorie di contrasto al dumping contrattuale).

Ecco allora l’amarezza per la sentenza dei giudici di Milano. In quella sentenza sono riconosciute alcune cose che diciamo da anni, quando parliamo del rischio del #capolaratodigitale e di una guerra tra poveri, combattuta da alcune piattaforme dell’economia degli algoritmi.

Un dibattito serio sulla cultura del lavoro digitale non può essere fatto solo nelle aule di tribunale, nelle aule accademiche o in qualche città. Deve diventare un patrimonio comune di tutti!

Se tutto la politica avesse pedalato insieme, con forza e coraggio, sulla strada dei diritti tracciata dalla Carta di Bologna non ci troveremmo ora nella situazione in cui sono i Tribunali a dover rispondere, caso per caso.

L’unico modo per essere coerenti con gli impegni presi è quello di scegliere di festeggiare il secondo anniversario della #CartadiBologna con un rilancio dell’impegno della politica. 

L’impegno a convocare tutte le parti firmatarie ed altri soggetti istituzionali, a partire dall’assessore regionale Vincenzo Colla, e dalla sottosegretaria al Lavoro Francesca Puglisi per monitorare insieme lo stato di attuazione della #gigeconomy nelle aree urbane e valutare l’efficacia delle tutele previste nei diversi livelli (nazionale, regionale, locale) da parte delle piattaforme digitali.

La responsabilità della politica non può essere delegata ad altri.

Il problema qui non è scrivere regole innovative a tutela dei lavoratori più fragili; è farle applicare e farle rispettare per promuovere una crescita sostenibile dell’economia digitale senza arretramenti per le tutele dei lavoratori.

 

 

 

1 Giugno 2020

© Marco Lombardo 2016