Programma punto 5

Sostenibilità

SOSTENIBILITA’ ED ENERGIA
“Entriamo nel XXImo secolo: usciamo dalla logica che contrappone lo sviluppo economico con la tutela ambientale ed entriamo nella prospettiva dell’economia circolare”

VISIONE: Il principio dello sviluppo sostenibile impone che le attività economiche debbano essere svolte nel rispetto delle risorse naturali per garantire il diritto delle generazioni future a fare altrettanto.

La città di Bologna in questi anni ha investito molto per migliorare la relazione tra l’ambiente e la comunità cittadina, come le misure avviate per la raccolta differenziata dei rifiuti e la creazione delle isole ecologiche per liberare completamente il centro dai cassonetti entro il 2016, la creazione di un nuovo sistema di illuminazione pubblica a Led da realizzare in tutta la città entro l’inizio del 2017, le azioni di risparmio idrico nelle aree verdi, l’impiantamento di 1300 nuovi alberi.

Tuttavia molto rimane ancora da fare per portare la Città di Bologna all’avanguardia delle green tech city del resto di Europa. Il prossimo traguardo da raggiungere è di tipo culturale: il dibattito pubblico cittadino evidenzia ancora un’impostazione ideologica che contrappone la tutela ambientale allo sviluppo economico. E’ una visione vecchia e ormai superata perché non coerente con il principio dello sviluppo sostenibile che sta alla base dei concetti di “economia circolare” e “green economy”. Non si tratta di vietare di costruire: si tratta di cambiare il modo di costruire orientandolo alla rigenerazione urbana ed all’innovazione tecnologica come sta avvenendo nel resto del mondo.

Proposte: 

BOLOGNA: UNA COMUNITA’ SOLARE

La transizione energetica dai combustibili fossili alle energie rinnovabili può essere realizzata solo se, al fianco della tutela ambientale, si adottano misure di politica industriale volte a favorire il risparmio energetico e lo sviluppo di tecnologie verdi.

Per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti, previsti dal PAES di Bologna in conformità con quanto previsto dal Piano 20-20-2020 dell’Unione europea è necessario coinvolgere le amministrazioni pubbliche, le imprese, i commercianti, gli amministratori di condomini, le famiglie ed i cittadini in un grande processo di transizione energetica.

Adottare misure emergenziali come lo stop alla circolazione delle auto inquinanti per abbassare i livelli delle PM10 presenti nelle aree urbane sono solo dei palliativi fondati sulla cultura dell’emergenza.

La transizione energetica ha bisogno di misure di adattamento e mitigazione che vanno integrate in tutte le politiche pubbliche. Si tratta di prevedere misure straordinarie per favorire l’efficienza ed il risparmio energetico: basti pensare che oltre il 60% dell’inquinamento prodotto nella nostra città dipende dalla vetustà dei sistemi di riscaldamento utilizzati nelle residenze pubbliche e private.

Il progetto delle Comunità solari locali, nato da uno spin-off dell’Università di Bologna, fino ad oggi ha coinvolto 7 comuni dell’area metropolitana bolognese (Casalecchio di Reno, Zola Predosa, Sasso Marconi, San Lazzaro di Savena, Ozzano dell’Emilia, Medicina) e recentemente anche il quartiere San Vitale.

Per ottenere risultati apprezzabili in termini di riduzione di Co2 è necessario che diventi realmente un progetto strategico dell’intera area-metropolitana coinvolgendo tutti i nuovi Quartieri, le amministrazioni pubbliche del territorio metropolitano, i cittadini e le imprese nella costruzione di una Città solare in grado di rispettare l’ambiente e l’uomo e garantire un futuro sostenibile alle prossime generazioni di bolognesi.

La creazione di una Comunità solare metropolitana può essere un driver importante per ridare ossigeno al settore edile, sia per quanto riguarda la rigenerazione del patrimonio immobiliare adottando il sistema plus-in-house (come già realizzato da anni a Friburgo nel quartiere Vauban) sia per quanto riguarda la costruzione di nuovi moduli abitativi che consentano la generazione distribuita dell’energia.

BOLOGNA LA CITTA’ DEI GIARDINI

Ci sono città europee come Barcellona e come Friburgo che hanno fatto della cura degli spazi verdi urbani un volano di attrazione del turismo green. Bologna ha enormi potenziali di sviluppo in questo settore. Oltre a quelli più noti, i giardini Margherita, il Parco dei Prati di Caprara, il Parco dei Giardini di Corticella, la Lunetta Gamberini in Mazzini, ogni Quartiere ha il suo Parco, che , insieme al nuovo Campus universitario nella zona dell’ex area Staveco, il bosco al Parco Nord, il Corridoio verde tra Bologna e Casalecchio (Parco Talon, Certosa passando per il nuovo Stadio) possono diventare una rete della Città dei Giardini per favorire la ciclo-pedonalità in queste aree ed aumentare il benessere della vita dei cittadini bolognesi.

BOLOGNA CITTA’ DEGLI ORTI URBANI

A Bologna c’è un rinascimento della cultura degli orti urbani e periurbani: sono 2710 gli orti gestiti dai cittadini bolognesi. Nel prossimo mandato l’obiettivo è quello di integrare la campagna nella città metropolitana, curando gli orti urbani già esistenti e sviluppandone di nuovi, a Borgo come a Lavino di mezzo, aprendo gli spazi a nuove assegnazioni. La cura degli orti urbani è utile perché diffonde una corretta cultura alimentare, sostiene il potere di acquisto delle famiglie, promuove una nuova forma di socialità legata al prendersi cura degli spazi urbani e favorisce il dialogo intergenerazionale.