Programma punto 3

Cittadinanza

EUROPA

 

Uniti nella diversità’ (motto dell’Unione europea)

Bologna è una citta che ha la vocazione europea ed internazionale scritta nel proprio DNA.

A Bologna è nata la prima Università del mondo occidentale nel 1088.

A Bologna è stato portato avanti il primo atto di libertà ed affrancamento della schiavitù con il Liber Paradisus.

A Bologna è stato inventato l’Erasmus, prima ancora che venisse istituito il programma di europeo di mobilità degli studenti, come dimostrano gli stemmi visibili nella sede dell’Archiginnasio che ci raccontano la storia dei giovani che venivano a studiare all’Alma Mater e provenivano da tutte le parti d’Europa.

A Bologna è nato l’euro nel 1968, come sperimento della moneta unica portato avanti dai pionieri del federalismo europeo.

Solo per citare alcuni esempi. La storia di Bologna è disseminata di episodi che raccontano la vocazione europea della città. Il profilo europeo ed internazionale, come vocazione identitaria di integrazione ed accoglienza della città, è stato portato avanti dagli ambasciatori della bolognesità nel mondo, dal campo della cultura, a quello delle arti, della scienza e della politica (basti pensare che il nome della sala del Comitato di conciliazione è conosciuta, in tutta Europa, con il nome di Renzo Imbeni).

Negli ultimi decenni purtroppo la città di Bologna ha ristretto il campo dei suoi orizzonti. La Giunta Merola ha cercato di invertire la rotta per restituire un respiro internazionale alla Città: non è un caso se nel 2015 si sono registrati oltre 2 milioni di turisti, di cui il 75% turisti stranieri. Ma una città come Bologna che ha una forte tradizione di innovazione non può accontentarsi di essere la City of Foods, pur riconoscendo che la qualità della vita e della buona cucina costituiscono uno degli elementi identitari di Bologna e pur valorizzando la capacità di traino e di attrattività che può esercitare la filiera agroalimentare. Così come non possiamo accontentarci di essere all’avanguardia tra le città italiane ma dobbiamo avere l’ambizione di tornare ad essere forza motrice delle le migliori capitali europee.
La città di Bologna ha dato molto ed ha ancora molto da dare a questa Europa che non è più l’Europa del sogno dei padri fondatori e che rischia di sgretolarsi sulle divisioni e sugli egoismi degli interessi nazionali degli Stati membri. Per ricostruire il processo di integrazione europea, parlando meno dell’Europa degli Stati e di più dell’Europa dei popoli e dei cittadini, ci vuole un rinnovato protagonismo delle città e delle realtà urbane europee.

Chi vuole soffiare sul vento della paura e del rancore, chi vuole seminare odio e divisioni tra chi è nato a Bologna e chi ha scelto di vivere a Bologna facendone la sua città di adozione non l’avrà vinta, perché la città di Bologna saprà dimostrare ancora una volta la sua vocazione aperta ed accogliente, la sua identità forte e dinamica.

Uniti nella diversità. Come il motto dell’Unione europea. Questa è la BOLOGNA che ci piace!

PROPOSTE. BOLOGNA capitale europea.
HUB EUROPEO DELL’INNOVAZIONE SOCIALE.

In questi anni il Comune di Bologna ha avviato un importante percorso di formazione sulle scuole tecniche secondarie: basti pensare a quanto è stato realizzato dalll’amministrazione Merola con le Aldini Valeriani e con l’Itis Belluzzi sul tema delle start-up e dell’imprenditorialità. Ora si tratta di proseguire nel percorso con un altro tassello fondamentale del puzzle della formazione e dell’innovazione, avviando un dialogo strutturato con l’università, i centri di ricerca, le imprese e le fondazioni.

Si tratta di governare in modo strategico gli investimenti nella formazione per generare spin-off che, partendo dalla ricerca diventino strumenti di creazione di valore e lavoro per attrarre talenti altamente qualificati da tutta l’Europa e favorire l’internazionalizzazione delle attività d’impresa presenti nel nostro territorio. Vi sono settori strategici individuati dal programma di Horizon 2020, come la green economy, la manifattura 4.0, il biomedicale, i Big Data, la filiera agroalimentare in cui esiste un potenziale di crescita enorme per lo sviluppo economico e sociale della Città metropolitana di Bologna.

L’innovazione non riguarda solo il privato, ma è un processo di trasformazione che deve riguardare anche il pubblico, il suo modo di pensare ed il suo modo di agire.

BOLOGNA CITTA’ EUROPEA DEI COLLEGI

Bologna ha una vasta rete di collegi: il Collegio Reale di Spagna che rappresenta un’istituzioni storica ed antica, il Collegio Superiore dell’ISS che offre percorsi formativi rivolti all’eccellenza, la Fondazione Ceur che gestisce reti di collegi di merito per formare e mettere in relazione la vita degli studenti, le residenze universitarie di orientamento religioso e gli studentati previsti dall’azienda regionale per il diritto allo studio che ospitano studenti meritevoli ancorché privi di mezzi. Quello che manca è una rete di collegi, come avviene in molte altre città universitarie d’Europa e del mondo che hanno fatto dei camplus universitari una leva di attrazione di talenti ed eccellenze. Non si tratta solo di mettere in rete le residenze universitarie già esistenti, ma di valorizzare i percorsi formativi interdisciplinari e multisettoriali posti in essere fuori dalle aule universitarie e che si rivolgono alla formazione dello studente come persona, per migliorare l’interdisciplinarietà dei saperi e potenziare le soft skills che saranno sempre più importanti nella formazione professionale dei giovani. La secolare tradizione accademica merita che la Bologna del futuro sia una città a misura di studente, dentro e fuori le mura.

UFFICIO METROPOLITANO DI EUROPROGETTAZIONE

La capacità di utilizzare i fondi europei, ovvero di programmare, spendere e rendicontare puntualmente i fondi già stanziati, dipende (anche) dalla valorizzazione delle competenze degli esperti di euro-progettazione presenti nelle nostre amministrazioni pubbliche. Esistono le risorse umane e professionali adeguate: non esiste al momento un centro strategico capace di sfruttare a pieno le potenzialità di cui la Città dispone. In questo contesto, considerando anche la crisi delle finanze pubbliche locali e le opportunità di crescita dei fondi europei destinati alle realtà urbane, è fondamentale creare un Ufficio metropolitano di europrogettazione che sia di ausilio e supporto al Comune di Bologna ed a tutti i Comuni dell’area metropolitana, all’interno di indirizzi di priorità di investimento decisi in maniera congiunta negli organismi a ciò preposti. (cfr. l’utilizzo dei fondi UE sui PON Metro 2014-2020 con le priorità di azione sull’agenda digitale, la mobilità sostenibile, la green economy, l’innovazione sociale, il contrasto alle nuove povertà ed al disagio abitativo).