Programma punto 2

Accessibilità

II. ACCESSIBILITA’

Rimuovere le barriere architettoniche e quelle interiori dei nostri pregiudizi” (Alessandro Bergonzoni)

VISIONE: Il termine “accessibilità” è molto ampio ed indica la possibilità di raggiungere un luogo o un traguardo, in condizioni di sicurezza e autonomia. Si può parlare di accessibilità in termini di professioni, di lavori, di servizi. Si può parlare di accessibilità in termini di spazi, pubblici o privati. In politica, si può parlare di accessibilità (in tal caso si usa l’espressione ‘agibilità politica’) sia per individuare la possibilità di raggiungere cariche pubbliche o istituzionali, oppure per individuare uno spazio politico dove poter esprime la propria opinione, anche se in dissenso rispetto a quella della maggioranza.
Nell’amministrazione di una Città l’accessibilità è intimamente legata al tema dei diritti: si tratta di progettare una Città metropolitana capace di garantire la piena partecipazione alla vita della comunità cittadina alle persone che si trovano in una situazione di svantaggio (es. i disabili) o con ridotte capacità motore o sensoriali (es. anziani).
L’accessibilità in questo caso riguarda le barriere architettoniche. Ma non solo. Il nostro punto di partenza sull’accessibilità ed i diritti prende le mosse dall’idea che esistano anche barriere interiori da superare perché talvolta le montagne più alte da scalare sono i nostri pregiudizi.

Il tema dell’accessibilità deve diventare una ‘sfida sociale’ per tutti i bolognesi.
Esistono manifestazioni portate avanti da associazioni (cfr. la Skarrozzata) che si pongono il tema dell’accessibilità dal punto di vista culturale, attraverso eventi di sensibilizzazioni dell’opinione pubblica che sono diventati nel tempo ‘una forma moderna di letteratura urbana per rimuovere gli ostacoli e le barriere interiori’.
Sono stati fatti negli ultimi anni passi importanti nella nostra città, ma ancora molte cose rimangono da fare per trasformare la Città metropolitana di Bologna in una ‘Città accessibile a misura di disabile’ in conformità con gli standard più elevati previsti dall’Unione europea. Costruire una Città accessibile significa ripensare lo spazio urbano metropolitano secondo i principi della progettazione universale dall’architettura all’urbanistica. Significa sfruttare le potenzialità della tecnologia assistiva e dell’ICT per la progettazione dei servizi (es. Design for All) o la fruizione di offerta turistica, culturale e museale (cfr. Tooteko a Milano).

Significa valorizzare il potenziale economico e sociale per ripensare il tema dell’occupazione e dell’inserimento dei disabili nel mercato del lavoro (cfr. OPIMM).

Significa creare un welfare generativo di accompagnamento in percorsi di autonomia (cfr. il tema del ‘Dopo di noi’).

Significa liberare il desiderio affettivo (cfr. il riconoscimento dei ‘Lovegiver’).

In breve, significa tornare ad investire nel capitale umano.
Chi vive la disabilità o la ridotta capacità dovuta all’anzianità nella sua vita quotidiana non ha bisogno della compassione della gente “normale” e non chiede necessariamente servizi ad un welfare assistenziale. Vuole essere messo nelle condizioni di poter partecipare in maniera attiva ed effettiva alla vita democratica della comunità. Vuole poter esprimere pienamente il proprio talento e la propria potenzialità nella sua dimensione privata e nelle formazioni sociali in cui si manifesta la propria personalità.
Ridisegniamo il futuro della Città metropolitana di Bologna a partire dall’accessibilità e dai diritti dei disabili e degli anziani!

PROPOSTEBologna Città Aperta.

Pass di Accessibilità.

La Città di Bologna è un patrimonio di bellezza italiano conosciuto in tutto il mondo. I portici e la pianta urbana medioevale esercitano da sempre un fascino unico. Nell’ultimo mandato, la Giunta Merola ha realizzato molti interventi di completamento delle opere urbanistiche, restituendo il centro storico ai cittadini bolognesi, grazie al programma ‘Di nuovo in centro’ che ha visto il completamento dei cantieri BoBo (‘il cantierone’) e l’intervento di restyling di Piazza Re Enzo. Oggi il centro storico è molto più bello e curato di prima. Ma molto rimane ancora da fare nei prossimi anni per rendere il centro accessibile a tutti, soprattutto agli anziani, alle famiglie ed ai disabili.   Non si tratta di adottare misure mirate per categorie di persone, ma progettare un pacchetto di misure di accessibilità pensate per i cittadini e le loro esigenze.

L’idea è quella di seguire le best practises europee e candidare la Città metropolitana all’Access City Awardil Premio europeo per le città accessibili, l’iniziativa promossa dalla Commissione europea, insieme al Forum europeo della disabilità, che conferisce ogni anno un riconoscimento alle città che si sono impegnate a realizzare interventi esemplari per migliorare l’accessibilità dell’ambiente urbano, in particolare per le persone disabili e gli anziani.

La sfida è quella di ripensare l’accesso ai trasporti, agli spazi e ai servizi pubblici e alle tecnologie ICT secondo i principi della progettazione universale. Una migliore accessibilità genera benefici duraturi alla nostra città non solo in termini sociali, di miglioramento della vita quotidiana delle persone, ma anche economici.

Si tratta di realizzare e pianificare una serie di misure e interventi per migliorare l’accessibilità dell’ambiente urbano in quattro ambiti:

– Cultura e arte: utilizzare gli stumenti di ICT e la prototipazione digitale delle Stampanti-3D per riprodurre i principali siti turistici e per prevedere nelle mostre principali l’esplorazione tattile per i non vedenti.

– Turismo: creare uno sportello all’interno dell’agenzia turistica di “Bologna Welcome” con percorsi di offerta turistica specificatamente dedicati ai disabili.

-Trasporti e luoghi di cura: i servizi pubblici, ed in particolare i luoghi di cura, devono essere accessibili anche per anziani e disabili, prevedendo che tutte le linee di autobus che portano verso gli ospedali abbiano le pedane e che i parcheggi prevedano posti riservati per i disabili che usufruiscono della struttura e per gli operatori che vi lavorano, come previsto recentemente per l’Ospedale Maggiore (e come andrebbe esteso anche al Sant’Orsola ed ai nuovi parcheggi dell’Autostazione).

– Formazione e lavoro: esistono da anni numerosi istituti che sono all’avanguardia nella formazione professionali delle persone disabili, come l’Istituto Cavazzoni e la Fondazione Asphi, che hanno portato avanti progetti pioneristici a livello nazionale ed internazionale per la formazione ed il lavoro; senza contare che esistono realtà come l’OPIMM che consentono il lavoro con centiania di persone. Il compito dell’amministrazione è quello di promuovere le sinergie tra il pubblico ed il privato, creando le occasioni per aumentare il tasso di occupazione delle persone disabili.

Giornata metropolitana dell’accessibilità.

Il piano metropolitano dell’accessibilità deve nascere dal coinvolgimento attivo delle persone disabili e delle loro associazioni nella progettazione e nella rendicontazione delle azioni amministrative locali per migliorare l’accessibilità.

Si tratta di istituire ogni anno una giornata in cui promuovere eventi in tutti i quartieri della città per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’accessibilità con iniziative culturali , seminari di approfondimento, proposte concrete in tema di accessibilità, coinvolgendo la più ampia partecipazione dei cittadini.

La giornata metropolitana dell’accessibilità serve a sottolineare l’ approccio integrato dell’accessibilità in tutte le aree di interesse dell’amministrazione locale, condividendo con la cittadinanza una visione ambiziosa per il futuro nell’affrontare l’accessibilità della città. Una particolare attenzione verrà prestata all’impatto delle misure già adottate sulla vita quotidiana delle persone con disabilità e sulla città in generale, tenendo conto della qualità e della sostenibilità dei risultati ottenuti.

Percorsi di autonomia

  • Dopo di Noi’ di prossimità: la famiglia è la prima rete su cui ricade la responsabilità e spesso la fatica del supporto alle persone con disabilità. La proposta di legge nazionale sul ‘Dopo di Noi’ recepisce le istanze delle associazioni dei disabili e mira a colmare un insostenibile vuoto normativo per garantire un futuro alle persone con disabilità grave, anche dopo la morte dei genitori. Le disposizioni sull’assistenza alle persone disabili mirano a dare concreta attuazione alle norme della Carta dei diritti fondamentali dell’UE e sono accompagnate dalla previsione di un Fondo che può essere utilizzato per favorire l’integrazione in contesti extra-familiari. Il Comune di Bologna può farsi promotore e facilitatore di un percorso che veda le famiglie soggetto attivo, insieme alla Regione, alle associazioni del terzo settore ed agli istituti privati che si occupano dell’assistenza delle persone disabili per l’individuazione dei percorsi di sostegno più efficaci (cfr. badante condivisa, sostegno di vicinato) partendo dal riconoscimento dell’assistenza domiciliare nelle case dove vive la persona disabile, per allargare la cerchia di chi si occupa della ‘presa in carico’ della persona disabile, affinché le famiglie non vengano lasciate da sole.   
  • Riconoscimento dei Love-giver : In assenza di una disciplina normativa ed in attesa che il Parlamento italiano approvi una legge che riconosca e regoli la figura dei love-giver, già previsti in altri Paesi dell’Unione europea, il Comune di Bologna in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna può prevedere la sperimentazione di percorsi formativi finalizzati all’accreditamento di personale qualificato che si occupi della cura e dell’assistenza delle persone disabili per affrontare il tema dell’affettività, della sessualità e della gestione emotiva, affinchè non esistano tabù che generano forme di discriminazioni ed emarginazione sociale.
  • Non è mai troppo tardi 2.0.: promuovere un programma di alfabetizzazione digitale, in collaborazione con il Centro Alberto Manzi, con corsi in tutte le biblioteche comunali dei quartieri di Bologna per rimuovere la barriera del digital divide e consentire l’accessibilità ad Internet, ai social network ed alle nuove tecnologie, con progetti didattici ed educativi dedicati in particolare agli anziani, valorizzando e sostenendo le esperienze di già in corso nei Quartieri e centri anziani.