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Libertà e partecipazione

di Marco Lombardo

Libertà e partecipazione

pubblicata da Marco Lombardo il giorno giovedì 16 settembre 2010 alle ore 17.09·

 

‘Citando Sieyès: Che cos’è il terzo Stato? Tutto. Che cos’è stato finora nell’ordinamento politico? Niente. Che cosa domanda? Diventare qualcosa. Noi potremmo tradurre: che cos’è la società civile? Molto. Che cos’è nell’ordinamento politico? Quasi nulla. Che cosa occorre che diventi? Qualcosa..’

Se fossimo un Paese serio e normale, il giorno dopo il discorso pronunciato da Zagrebelsky alla Festa di Torino, i titoli dei giornali sarebbero stati dedicati alle questioni che il professore ha voluto lasciare aperte nella sua profonda lezione in merito al difficile rapporto tra Politica e Società civile nel nostro Paese.

E invece? Invece, niente. Si è parlato di fischi, di lanci di lacrimogeni, di campagna acquisti di parlamentari, di case a Montecarlo, di tutta una serie di questioni che non centrano nulla con i problemi reali del Paese. Tutto questo mentre un dottorando di Palermo perdeva la speranza..

No, non possiamo continuare a rimanere sordi, senza rischiare di diventare complici di questo sistema di cose. Non verremo giudicati dai nostri figli per quello che avremmo potuto fare o per quello che avevamo in mente di fare: verremo piuttosto giudicati per quello che abbiamo o non abbiamo fatto. Ed allora quei quesiti meritano una risposta, o quanto meno una riflessione, più attenta e profonda. La società civile per trasformare radicalmente il Paese ha bisogno di incanalare la propria protesta in circuiti istituzionali virtuosi e tramutarla in proposta politica. I partiti hanno bisogno di aprirsi alla società civile e rinvigorire i propri meccanismi interni per favorire la più ampia partecipazione non solo nelle primarie, al momento della scelta dei leaders, ma anche successivamente affinché le opinioni dei cittadini contino di più nei circuiti decisionali della politica. La politica è molto di più di favori e voti: non ci si può ricordare degli elettori solo al momento del voto, salvo poi congelarli a casa davanti alle trasmissioni televisive e ‘richiamarli alle armi’ solo in prossimità di nuove elezioni.

La cultura politica che respirano gli elettori italiani è avvelenata dal clima dell’odio, della delegittimazione degli avversari e delle istituzioni. Il risultato di questo sistema che si avvita in una spirale pericolosa non può che essere, da un lato, la ribellione e la violenza e, dall’altro, la sfiducia nella politica e nelle istituzioni democratiche, l’apatia, la perdita della speranza.

La politica invece dovrebbe contribuire a creare benessere per i cittadini, legandoli in un rapporto di amicizia tra di loro e tra loro e le istituzioni. Non basta che il cittadino conti di più nelle decisioni politiche; occorre che la politica torni ad occuparsi del ‘bene comune’, dell’interesse generale, risolvendo i bisogni concreti delle persone e offrendo loro la speranza di un futuro migliore.

Il monito di Zagrebelsky merita di dunque di essere ascoltato e la sua sfida di essere raccolta: per questo siete tutti chiamati a partecipare il 23 Settembre all’iniziativa che si terrà a Bologna.

Per continuare a discutere sui temi della partecipazione e del rapporto tra società civile e partiti politici.

Abbiamo bisogno del contributo e delle opinioni di tutti. Ci ringrazieranno gli italiani di domani.

30 Maggio 2012

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