8 Giugno 2018
Una nuova coscienza europea, a partire dalle città.
Fondazione Lene Thun: un sorriso per Bologna
“le cose fatte per il bene, fatte bene, fanno bene a tutti”.Un profondo ringraziamento alla Fondazione Lene Thun, ai suoi volontari, ai cuochi di MasterChef, al maestro pasticciere Gino Fabbri, al professor Andrea Pession, ai medici, ai ricercatori, a CoupOnlus, a tutti gli organizzatori dell’evento e soprattutto a Peter Thun, persona di grande stile ed imprenditore illuminato. #unsorrisoperBologna












18 Giugno 2018
Lavoro ed aeroporto: firmato il primo protocollo di intesa in materia di appalti

27 Settembre 2018
L’Atlante degli invisibili

30 Settembre 2018
La sostenibilità si pratica e non si predica

Tutti parlano di tutela ambientale, ma pochi sanno che una delle cause di emissione di CO2 è la gestione dei dati, considerando che un server produce ogni anno da 1 a 5 tonnellate di CO2 e che 3 e-mail generano la stessa CO2 prodotta percorrendo 1km in auto. Nel prossimo futuro, l'analisi predittiva dei mega-trend ci dice che ci sarà un grande sviluppo dell'economia legata ai Big Data; ciò significa che il servizio di hosting dei server diventerà sempre più importante ai fini della tutela ambientale e della lotta ai cambiamenti climatici.
Per questo è importante dare sempre il buon esempio. A partire dal servizio di hosting del mio sito che da oggi è totalmente "green" perché viene alimentato con energia solare e si avvale della tecnologia certificata del green data center. Una piccola ma significativa innovazione a km zero, visto che sia Executive Service Exe.it che Indici Opponibili sono due realtà imprenditoriali che operano nell'area metropolitana bolognese.
Fatti, non parole.24 Maggio 2016
Una nuova coscienza europea, a partire dalle città.
8 Giugno 2018
Fondazione Lene Thun: un sorriso per Bologna
“le cose fatte per il bene, fatte bene, fanno bene a tutti”.Un profondo ringraziamento alla Fondazione Lene Thun, ai suoi volontari, ai cuochi di MasterChef, al maestro pasticciere Gino Fabbri, al professor Andrea Pession, ai medici, ai ricercatori, a CoupOnlus, a tutti gli organizzatori dell’evento e soprattutto a Peter Thun, persona di grande stile ed imprenditore illuminato. #unsorrisoperBologna












18 Giugno 2018
ChatBot, Intelligenza artificiale e Pubblica amministrazione
La pubblica amministrazione deve diventare il sistema operativo del nostro PaeseHa un ruolo importante non solo nell’erogazione dei servizi, ma anche nella competitività territoriale, come leva per l’economia ed il lavoro. L’importante è che sia sempre orientata al servizio dei cittadini, che sia trasparente ed efficiente. Il ChatBot potrebbe essere interessante da sperimentare negli uffici che devono rispondere continuamente a domande standardizzate degli utenti, producendo un considerevole risparmio di tempo e di risorse. La posizione dei dipendenti potrebbe così cambiare nella formazione del ChatBot, nel controllo dei flussi di informazioni e nella gestione delle problematiche più complesse in cui l’intelligenza artificiale non può sostituirsi alla relazione umana.




6 Giugno 2018
Enjoy Bologna!


28 Settembre 2018
Enjoy Bologna!


28 Settembre 2018
L’Atlante degli invisibili

30 Settembre 2018
Il Comune di Bologna e la Tunisia: verso un patto di collaborazione tra le città
8 Luglio 2018
Taxi e sicurezza dei lavoratori notturni

16 Aprile 2016
L’Atlante degli invisibili

30 Settembre 2018
EPIC 2017: Bologna City of Knowledge



26 Ottobre 2017
EPIC 2017: Bologna City of Knowledge



26 Ottobre 2017
LAVORO E DISABILITA’: RAPPORTO DI MONITORAGGIO 208 IN EMILIA-ROMAGNA
L’adempimento degli obblighi normativi non deve essere un punto di arrivo, ma il minimo punto di partenza.I dati di oggi ci dicono infatti che esistono quasi 4.000 posti, al livello regionale, ancora con coperti, che sarebbero riservati ex lege a persone con disabilità. Ognuno di noi può e deve fare di più. Anche il Comune di Bologna che ha già modificato la sua organizzazione interna con l’istituzione del Disability Manager, dott. Egidio Sosio, e con l’atto di orientamento del Piano di Inclusione Universale (PiuBo) che concepisce il tema dell’accessibilità in tutte le politiche integrate dell’amministrazione, anche oltre il tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche. La sfida è quella di rendere accessibili tutti i nostri servizi alla persona, ivi inclusi i servizi di orientamento al lavoro. Non credo sia utile introdurre misure premiali per chi rispetta la legge. Possiamo semmai rafforzare i profili sanzionatori, in collaborazione con l’Ispettorato del lavoro e l’INAIL, per le imprese che non procedono con l’assunzione o che non inviano il prospetto informativo, entro il termine del 31 gennaio previsto dalla legge. Criteri di premialità andrebbero semmai introdotti per le imprese che vanno oltre il target del 7% perchè dimostrano di aver capito che il tema dell’inserimento lavorativo delle persone disabili non deve ridursi ad un mero tema di monetizzazione di un obbligo normativo, ma deve riguardare in modo più ampio tutto il sistema di competitività territoriale.
Investire nell’inclusione lavorativa dei disabili significa infatti comprendere che i beni ed i servizi, oltre ad avere un prezzo, possono avere un valore.Manufatti, beni e servizi prodotti da persone disabili per noi hanno un valore più alto. Misure incentivanti potrebbero infine essere introdotte per le imprese che, nella loro organizzazione aziendale, hanno istituito la figura professionale del Disability Manager o per le cooperative sociali che hanno assunto persone con disabilità ai sensi dell’esonero previsto dall’articolo 22 della legge regionale. Tutte misure che, insieme alle agevolazioni per rimborsi fino a 3.000€ annui per il tragitto verso il luogo di lavoro, già introdotte quest’anno dal Comune di Bologna, verranno discusse anche nello specifico tavolo che verrà aperto alla Consulta Handicap ed alla Consulta per l’Inclusione sociale, insieme alle associazioni del terzo settore, ai disabili ed ai loro familiari, sul tema “Lavoro e Formazione” che è uno dei 12 pilastri del premio europeo per le città accessibili al quale il Comune di Bologna intende partecipare entro la fine del mandato. #accessibilità#disabilità


18 Giugno 2018
Sportello pubblico contro il sovraindebitamento


25 Settembre 2018
Lavoro ed aeroporto: firmato il primo protocollo di intesa in materia di appalti

27 Settembre 2018
I-cuber. Puntata sulla green economy
Questa volta siamo andati alla scoperta delle realtà del territorio che si occupano di ‘green economy’ e di economia circolare.



27 Aprile 2016
EPIC 2017: Bologna City of Knowledge



26 Ottobre 2017
Bilancio di missione di AIL 2018
Il valore del dono, dell’etica e della solidarietà sono la guida del cambiamento.Per questo aumentano costantemente il numero dei volontari e la qualità degli stessi, con la creazione di una nuova Unit di giovani volontari di Ail. A tutti i volontari, ai medici, ai ricercatori, ad Isabella Seragnoli ed al Professor Tura, a tutti coloro che dedicano il loro impegno professionale e la loro vita per la lotta contro le malattie oncoematologiche va tutta la più profonda gratitudine mia personale e della nostra comunità. Leggi qui il Bilancio di Missione http://www.ailbologna.it/ail-informa/news/bilancio-di-missione-2017.kl


8 Giugno 2018
Costruire una coscienza urbana attraverso la democrazia digitale


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"Il successo non e' definitivo e il fallimento non e' fatale: cio' che conta e' il coraggio di andare avanti" (W. Churchill)Vale nella vita professionale e non. Valeva ieri e vale ancora oggi.




6 Luglio 2018
La Carta di Bologna ed i riders. Cos’è cambiato un mese dopo la firma?
Dalla sua nascita ad oggi, la Carta di Bologna ha già raggiunto il suo primo obiettivo:
squarciare il velo di ignoranza sulle condizioni di lavoro dei riders e promuovere una riflessione sulla cultura del lavoro digitale in Italia.Sono tantissimi i riscontri sui media nazionali

Se non avessimo firmato la Carta di Bologna, tutte queste cose molto probabilmente non sarebbero mai successe.E' una verità storica che cercheremo sempre di rivendicare con orgoglio perché abbiamo dimostrato che un Comune può aprire spazi di contrattazione metropolitana nella Gig economy. Ma non possiamo accontentarci. Abbiamo sempre detto che la Carta è solo un primo passo. Ora si tratta di estenderla a tutte le piattaforme digitali, facendo leva sul consumo responsabile. Estenderla alle altre Città proponendo standard uniformi di tutela dei riders in tutta l’Italia. Estenderla ad altri settori del lavoro digitale, oltre al delivery-food, perché i lavoratori della Gig economy senza diritti e senza tutele purtroppo non sono solo i riders, ma sono molti, molti di più. Noi stiamo cercando di mettercela tutta, ma ora tocca a voi. A ciascuno di voi il compito di portare avanti questa battaglia di civiltà in tre semplici azioni: condividete il testo della Carta, chiedete alle vostre Città di adottarla, informatevi ed informate i pubblici esercizi ed i consumatori finali. Pedaliamo tutti insieme sulla strada dei diritti! #CartadiBologna #GigEconomy#Riders ps chi dice che la Carta di Bologna è solo un esercizio di stile evidentemente non sa di cosa parla. Attualmente è in corso la rinegoziazione dei contratti di tutti i riders che operano a Bologna per le piattaforme che hanno sottoscritto la Carta. Inoltre, grazie anche all’intervento del Comune di Bologna, ai sensi degli articoli 12 e 7 della Carta, è stata possibile in meno di 24 ore la riattivazione del riders che era stato disattivato da parte di Glovo. Al momento la Carta di Bologna rimane l’unica misura concreta per i riders e le piattaforme, al di là delle chiacchiere, delle ipotesi avveniristiche e delle promesse. Anche alla luce di queste ultime vicende, auspico che Glovo e le altre piattaforme digitali che non hanno ancora firmato, vogliano riconsiderare la loro posizione rispetto alla firma della Carta.
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Senso civico e (in)sicurezza
‘He gets nothing. Won’t be richer. Won’t appear on tv. Still anonymous. What he does receive are emotions. He witnesses happiness. Reaches a deeper understanding. Feels the love. Receives what money can’t buy. A world made more beautiful.’(Segue…) Leggi il REPORT Bologna Futura-iniziativa sul Senso civico
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Il valore del dono, dell’etica e della solidarietà sono la guida del cambiamento.Per questo aumentano costantemente il numero dei volontari e la qualità degli stessi, con la creazione di una nuova Unit di giovani volontari di Ail. A tutti i volontari, ai medici, ai ricercatori, ad Isabella Seragnoli ed al Professor Tura, a tutti coloro che dedicano il loro impegno professionale e la loro vita per la lotta contro le malattie oncoematologiche va tutta la più profonda gratitudine mia personale e della nostra comunità. Leggi qui il Bilancio di Missione http://www.ailbologna.it/ail-informa/news/bilancio-di-missione-2017.kl


8 Giugno 2018
La Carta di Bologna ed i riders. Cos’è cambiato un mese dopo la firma?
Dalla sua nascita ad oggi, la Carta di Bologna ha già raggiunto il suo primo obiettivo:
squarciare il velo di ignoranza sulle condizioni di lavoro dei riders e promuovere una riflessione sulla cultura del lavoro digitale in Italia.Sono tantissimi i riscontri sui media nazionali

Se non avessimo firmato la Carta di Bologna, tutte queste cose molto probabilmente non sarebbero mai successe.E' una verità storica che cercheremo sempre di rivendicare con orgoglio perché abbiamo dimostrato che un Comune può aprire spazi di contrattazione metropolitana nella Gig economy. Ma non possiamo accontentarci. Abbiamo sempre detto che la Carta è solo un primo passo. Ora si tratta di estenderla a tutte le piattaforme digitali, facendo leva sul consumo responsabile. Estenderla alle altre Città proponendo standard uniformi di tutela dei riders in tutta l’Italia. Estenderla ad altri settori del lavoro digitale, oltre al delivery-food, perché i lavoratori della Gig economy senza diritti e senza tutele purtroppo non sono solo i riders, ma sono molti, molti di più. Noi stiamo cercando di mettercela tutta, ma ora tocca a voi. A ciascuno di voi il compito di portare avanti questa battaglia di civiltà in tre semplici azioni: condividete il testo della Carta, chiedete alle vostre Città di adottarla, informatevi ed informate i pubblici esercizi ed i consumatori finali. Pedaliamo tutti insieme sulla strada dei diritti! #CartadiBologna #GigEconomy#Riders ps chi dice che la Carta di Bologna è solo un esercizio di stile evidentemente non sa di cosa parla. Attualmente è in corso la rinegoziazione dei contratti di tutti i riders che operano a Bologna per le piattaforme che hanno sottoscritto la Carta. Inoltre, grazie anche all’intervento del Comune di Bologna, ai sensi degli articoli 12 e 7 della Carta, è stata possibile in meno di 24 ore la riattivazione del riders che era stato disattivato da parte di Glovo. Al momento la Carta di Bologna rimane l’unica misura concreta per i riders e le piattaforme, al di là delle chiacchiere, delle ipotesi avveniristiche e delle promesse. Anche alla luce di queste ultime vicende, auspico che Glovo e le altre piattaforme digitali che non hanno ancora firmato, vogliano riconsiderare la loro posizione rispetto alla firma della Carta.
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26 Ottobre 2017
Una svolta per la Bredamenarini?
Il nostro compito non è quello di essere pregiudizialmente contrari alle azioni di questo Governo. Se fa cose positive che noi crediamo vadano nella direzione giusta, il nostro compito è di sostenerlo ed incalzarlo sul piano delle proposte.Per questo la soluzione di aumento di capitale, attraverso Invitalia e l’ingresso di un nuovo socio privato nella maggioranza, è da valutare positivamente e da monitorare con attenzione quando sapremo il nome del nuovo socio privato, i modi ed tempi dell’operazione, la nuova governance societaria e soprattutto quando ci verrà presentato il nuovo piano industriale.
Le nostra priorità sono la salvaguardia del sito produttivo di Bologna della ex Bredamenarini e la tutela dei lavoratori che operano nel sito.Nella riunione al Mise abbiamo ribadito che, dal punto di vista del Comune, il sito produttivo rimarrà tale, ben sapendo che in questo momento costituisce un asset importante dell’azienda. Vogliamo investire davvero nel trasporto pubblico locale? Bene. Allora società come l’ex Bredamenarini sono strategiche nella produzione di autobus per il trasporto pubblico nel territorio nazionale e nei mercati internazionali. Quello che mi lascia perplesso rispetto alla proposta del Governo è la quota di minoranza che verrebbe lasciata all’attuale proprietà. Vogliamo davvero contrastare le delocalizzazioni produttive in Paesi terzi da parte di aziende che beneficiano di contributi pubblici? Bene. Allora dovremmo applicare queste norme proprio al caso di specie. Attualmente, a fronte di commesse importanti anche a livello regionale, la società sta di fatto delocalizzando l’attività produttiva presso lo stabilimento di Karsan in Turchia. Se vogliamo essere coerenti con quello che diciamo, se abbiamo a cuore la salvaguardia del sito produttivo, dobbiamo prendere atto che l’attuale proprietà non si sta dimostrando all’altezza della sfida produttiva. Più passa il tempo e più si impoverisce il know how aziendale con i lavoratori della Breda che si stanno trasformando da costruttori e progettisti di avanguardia a meri controllori di prodotti realizzati a Karsan. In breve, stiamo svendendo alla Turchia le nostre commesse ed il nostro saper fare. Questo è inaccettabile perché abbiamo il dovere di contrastare il depauperamento del nostro patrimonio industriale. Se vogliamo tornare ad essere all’avanguardia, dobbiamo chiedere un forte impegno, in termini di progettualità e risorse, da parte della nuova compagine societaria a potenziare la ricerca e la produzione sugli autobus elettrici, assicurando il sostegno e la collaborazione dei diversi livelli istituzionali. Noi ci siamo e faremo la nostra parte.




6 Luglio 2018
L’Europa in Consiglio #1-Erasmus degli imprenditori

6 Maggio 2017
Disabilità: andare oltre le “insuperabili problematiche costruttive”


14 Novembre 2017
Non solo riders. Ora pensiamo a come aiutare i sovraindebitati
Perché dobbiamo aspettare che un dramma economico diventi un dramma sociale portando queste persone a perdere la casa e la propria dignità?Questo percorso è già partito e troverà a breve una piena concretizzazione, attraverso un progetto promosso dalla Città metropolitana insieme all'Ordine dei Commercialisti. Il Comune di Bologna, in questo percorso già tracciato, può e deve fare la sua parte, coinvolgendo gli organismi di composizione delle crisi da sovraindebitamento (OCC) per svolgere la propria funzione pubblica. Si tratta di aprire spazi di interventi nuovi e ancora troppo poco esplorati in cui possiamo intervenire per non lasciare da solo chi soffre e non riesce a riemergere. Si tratta di lavorare non solo sulle conseguenze del sovraindebitamento, ma anche sulla prevenzione con percorsi di educazione finanziaria gratuiti aperti al nostri cittadini perchè non è possibile che ci si informi su tutto quando si sta acquistando una macchina e ci siano così forti asimmetrie informative quando si stanno per investire le stesse risorse in strumenti finanziari, fondi pensione e derivati. Possiamo coinvolgere l’università, professionisti ed anche istituti di credito e bancari che in questi anni non sono stati del tutto esenti da responsabilità nell’erogazione colpevole del credito.
A volte al debitore non rimane altro che la propria parola.Sono storie drammatiche, ma poco note, che il film “RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI” di Antonio Morabito e Amedeo Pagani con Marco Giallini e Claudio Santamaria ha avuto il merito di portare alla ribalta dell’opinione pubblica nell’indifferenza della politica. Ne parleremo presto alla prossima udienza conoscitiva del prossimo 18 luglio in Comune.

30 Giugno 2018
La Carta di Bologna ed i riders. Cos’è cambiato un mese dopo la firma?
Dalla sua nascita ad oggi, la Carta di Bologna ha già raggiunto il suo primo obiettivo:
squarciare il velo di ignoranza sulle condizioni di lavoro dei riders e promuovere una riflessione sulla cultura del lavoro digitale in Italia.Sono tantissimi i riscontri sui media nazionali

Se non avessimo firmato la Carta di Bologna, tutte queste cose molto probabilmente non sarebbero mai successe.E' una verità storica che cercheremo sempre di rivendicare con orgoglio perché abbiamo dimostrato che un Comune può aprire spazi di contrattazione metropolitana nella Gig economy. Ma non possiamo accontentarci. Abbiamo sempre detto che la Carta è solo un primo passo. Ora si tratta di estenderla a tutte le piattaforme digitali, facendo leva sul consumo responsabile. Estenderla alle altre Città proponendo standard uniformi di tutela dei riders in tutta l’Italia. Estenderla ad altri settori del lavoro digitale, oltre al delivery-food, perché i lavoratori della Gig economy senza diritti e senza tutele purtroppo non sono solo i riders, ma sono molti, molti di più. Noi stiamo cercando di mettercela tutta, ma ora tocca a voi. A ciascuno di voi il compito di portare avanti questa battaglia di civiltà in tre semplici azioni: condividete il testo della Carta, chiedete alle vostre Città di adottarla, informatevi ed informate i pubblici esercizi ed i consumatori finali. Pedaliamo tutti insieme sulla strada dei diritti! #CartadiBologna #GigEconomy#Riders ps chi dice che la Carta di Bologna è solo un esercizio di stile evidentemente non sa di cosa parla. Attualmente è in corso la rinegoziazione dei contratti di tutti i riders che operano a Bologna per le piattaforme che hanno sottoscritto la Carta. Inoltre, grazie anche all’intervento del Comune di Bologna, ai sensi degli articoli 12 e 7 della Carta, è stata possibile in meno di 24 ore la riattivazione del riders che era stato disattivato da parte di Glovo. Al momento la Carta di Bologna rimane l’unica misura concreta per i riders e le piattaforme, al di là delle chiacchiere, delle ipotesi avveniristiche e delle promesse. Anche alla luce di queste ultime vicende, auspico che Glovo e le altre piattaforme digitali che non hanno ancora firmato, vogliano riconsiderare la loro posizione rispetto alla firma della Carta.
8 Luglio 2018
nuove deleghe per un rinnovato impegno!
Oltre all'Europa ed alle Relazioni Internazionali, sono stato nominato nuovo responsabile Energia&Ambiente e Comunicazione Politica & Web del PD di Bologna.
Ringrazio il Segretario Raffaele Donini per la fiducia; mi impegnerò sin da subito per avviare una fase di confronto e ascolto delle voci ambientaliste allo scopo di integrare la tutela ambientale e la politica energetica in tutte le altre politiche (economia, mobilità, lavoro, etc.), con un'attenzione particolare rivolta al nostro territorio e lo sguardo proteso verso la dimensione nazionale ed europea.
Per chiunque voglia darmi una mano, basta segnalarmi la propria disponibilità e verrà ricontattata/o al più presto.
19 Gennaio 2013
L’Europa in Consiglio #1-Erasmus degli imprenditori

6 Maggio 2017
Un Albero di Natale con le sciarpe sospese nel cuore di Bologna

21 Novembre 2017
Competitività territoriale ed agenda urbana europea: uno sguardo oltre gli scenari
8 Settembre 2017
La Carta di Bologna ed i riders. Cos’è cambiato un mese dopo la firma?
Dalla sua nascita ad oggi, la Carta di Bologna ha già raggiunto il suo primo obiettivo:
squarciare il velo di ignoranza sulle condizioni di lavoro dei riders e promuovere una riflessione sulla cultura del lavoro digitale in Italia.Sono tantissimi i riscontri sui media nazionali

Se non avessimo firmato la Carta di Bologna, tutte queste cose molto probabilmente non sarebbero mai successe.E' una verità storica che cercheremo sempre di rivendicare con orgoglio perché abbiamo dimostrato che un Comune può aprire spazi di contrattazione metropolitana nella Gig economy. Ma non possiamo accontentarci. Abbiamo sempre detto che la Carta è solo un primo passo. Ora si tratta di estenderla a tutte le piattaforme digitali, facendo leva sul consumo responsabile. Estenderla alle altre Città proponendo standard uniformi di tutela dei riders in tutta l’Italia. Estenderla ad altri settori del lavoro digitale, oltre al delivery-food, perché i lavoratori della Gig economy senza diritti e senza tutele purtroppo non sono solo i riders, ma sono molti, molti di più. Noi stiamo cercando di mettercela tutta, ma ora tocca a voi. A ciascuno di voi il compito di portare avanti questa battaglia di civiltà in tre semplici azioni: condividete il testo della Carta, chiedete alle vostre Città di adottarla, informatevi ed informate i pubblici esercizi ed i consumatori finali. Pedaliamo tutti insieme sulla strada dei diritti! #CartadiBologna #GigEconomy#Riders ps chi dice che la Carta di Bologna è solo un esercizio di stile evidentemente non sa di cosa parla. Attualmente è in corso la rinegoziazione dei contratti di tutti i riders che operano a Bologna per le piattaforme che hanno sottoscritto la Carta. Inoltre, grazie anche all’intervento del Comune di Bologna, ai sensi degli articoli 12 e 7 della Carta, è stata possibile in meno di 24 ore la riattivazione del riders che era stato disattivato da parte di Glovo. Al momento la Carta di Bologna rimane l’unica misura concreta per i riders e le piattaforme, al di là delle chiacchiere, delle ipotesi avveniristiche e delle promesse. Anche alla luce di queste ultime vicende, auspico che Glovo e le altre piattaforme digitali che non hanno ancora firmato, vogliano riconsiderare la loro posizione rispetto alla firma della Carta.
8 Luglio 2018
Il Tavolo Permanente dei Giovani Professionisti
3 Maggio 2016
Up to biz e la promozione dell’imprenditoria giovanile
"Il successo non e' definitivo e il fallimento non e' fatale: cio' che conta e' il coraggio di andare avanti" (W. Churchill)Vale nella vita professionale e non. Valeva ieri e vale ancora oggi.




6 Luglio 2018
Aiuti di Stato ed edilizia residenziale sociale
29 Aprile 2016
Like a Rolling Quad. ‘Liberi di fare, liberi di essere. Progetti di Vita indipendente’

“Conoscere le storie di questi attivisti mi avrebbe dato un quadro d’insieme, mi avrebbe fatto rendere conto prima che quella dei disabili è innanzi tutto una lotta per i diritti civili. Ogni bambino disabile dovrebbe poter sfogliare il libro di storia e incontrare lo sguardo di Ed Roberts accanto a quello di Martin Luther King. Per non avere la sensazione di essere sempre il primo: il primo a richiedere un bagno accessibile. il primo a chiedere tutte le ore di assistenza. il primo a pretendere che mettano le rampe in un negozio o in una scuola. Il primo caso di studente con una disabilità grave a voler studiare fuori sede. Per ricordarsi che sta solo continuando un sentiero già tracciato, con amore, determinazione, sacrifici, alti e bassi, confitte e vittorie, dai Rolling Quads ed altri”.Concludo dicendo che tutti coloro che sono scesi nelle piazze d’Italia ed a Bologna per sentirsi liberi di fare e liberi di essere devono sapere che il compito di chi ha responsabilità istituzionali è quello di accompagnargli in questa battaglia per i diritti civili. La settimana scorsa sono intervenuto sul tema del riconoscimento dei care givers familiari e per chiedere l’istituzione nel Comune di Bologna di un’anagrafe sui progetti di vita indipendente. Un anno fa con altri consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione abbiamo avviato un percorso di mappature delle barriere architettoniche. Ora è arrivato il tempo delle risposte. Ora è il tempo che il Governo nel DDL del Bilancio 2018 attualmente in fase di discussione in Parlamento preveda all’interno del Fondo per la non autosufficienza preveda una quota certa e significativa da destinare ai progetti di vita indipendenti. Ora è il tempo che il Parlamento approvi la legge sui care givers familiari. Ma ciascun livello istituzionale deve fare la propria parte. Ora è il tempo che anche il Comune di Bologna adotti il primo PEBA, trovando nel bilancio comunale di quest’anno risorse sufficienti destinate alla rimozione di tutte le barriere architettoniche, burocratiche, normative, culturali. Sono 8 mesi di tempo che aspettiamo la realizzazione di 3 scivoli in Piazza Maggiore. Tanto. Troppo. La vita delle persone non può aspettare i tempi di vita della politica. Stiamo muovendo i primi passi ma ancora troppo lentamente. Fuori da qui ci sono persone come Maria Chiara, Max, Lendy, Leo, Stefano e tanti altri che non possono più aspettare. Dobbiamo cominciare a correre oltre i nostri limiti. Come i rolling quads. Soggetti attivi che inseguono il loro progetto di vita indipendente. Non soggetti passivi destinatari di cure. Non dimentichiamocelo mai. Articoli di stampa: Repubblica Comunicato stampa Intervento di inizio seduta
6 Novembre 2017
LAVORO E DISABILITA’: RAPPORTO DI MONITORAGGIO 208 IN EMILIA-ROMAGNA
L’adempimento degli obblighi normativi non deve essere un punto di arrivo, ma il minimo punto di partenza.I dati di oggi ci dicono infatti che esistono quasi 4.000 posti, al livello regionale, ancora con coperti, che sarebbero riservati ex lege a persone con disabilità. Ognuno di noi può e deve fare di più. Anche il Comune di Bologna che ha già modificato la sua organizzazione interna con l’istituzione del Disability Manager, dott. Egidio Sosio, e con l’atto di orientamento del Piano di Inclusione Universale (PiuBo) che concepisce il tema dell’accessibilità in tutte le politiche integrate dell’amministrazione, anche oltre il tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche. La sfida è quella di rendere accessibili tutti i nostri servizi alla persona, ivi inclusi i servizi di orientamento al lavoro. Non credo sia utile introdurre misure premiali per chi rispetta la legge. Possiamo semmai rafforzare i profili sanzionatori, in collaborazione con l’Ispettorato del lavoro e l’INAIL, per le imprese che non procedono con l’assunzione o che non inviano il prospetto informativo, entro il termine del 31 gennaio previsto dalla legge. Criteri di premialità andrebbero semmai introdotti per le imprese che vanno oltre il target del 7% perchè dimostrano di aver capito che il tema dell’inserimento lavorativo delle persone disabili non deve ridursi ad un mero tema di monetizzazione di un obbligo normativo, ma deve riguardare in modo più ampio tutto il sistema di competitività territoriale.
Investire nell’inclusione lavorativa dei disabili significa infatti comprendere che i beni ed i servizi, oltre ad avere un prezzo, possono avere un valore.Manufatti, beni e servizi prodotti da persone disabili per noi hanno un valore più alto. Misure incentivanti potrebbero infine essere introdotte per le imprese che, nella loro organizzazione aziendale, hanno istituito la figura professionale del Disability Manager o per le cooperative sociali che hanno assunto persone con disabilità ai sensi dell’esonero previsto dall’articolo 22 della legge regionale. Tutte misure che, insieme alle agevolazioni per rimborsi fino a 3.000€ annui per il tragitto verso il luogo di lavoro, già introdotte quest’anno dal Comune di Bologna, verranno discusse anche nello specifico tavolo che verrà aperto alla Consulta Handicap ed alla Consulta per l’Inclusione sociale, insieme alle associazioni del terzo settore, ai disabili ed ai loro familiari, sul tema “Lavoro e Formazione” che è uno dei 12 pilastri del premio europeo per le città accessibili al quale il Comune di Bologna intende partecipare entro la fine del mandato. #accessibilità#disabilità


18 Giugno 2018
Una svolta per la Bredamenarini?
Il nostro compito non è quello di essere pregiudizialmente contrari alle azioni di questo Governo. Se fa cose positive che noi crediamo vadano nella direzione giusta, il nostro compito è di sostenerlo ed incalzarlo sul piano delle proposte.Per questo la soluzione di aumento di capitale, attraverso Invitalia e l’ingresso di un nuovo socio privato nella maggioranza, è da valutare positivamente e da monitorare con attenzione quando sapremo il nome del nuovo socio privato, i modi ed tempi dell’operazione, la nuova governance societaria e soprattutto quando ci verrà presentato il nuovo piano industriale.
Le nostra priorità sono la salvaguardia del sito produttivo di Bologna della ex Bredamenarini e la tutela dei lavoratori che operano nel sito.Nella riunione al Mise abbiamo ribadito che, dal punto di vista del Comune, il sito produttivo rimarrà tale, ben sapendo che in questo momento costituisce un asset importante dell’azienda. Vogliamo investire davvero nel trasporto pubblico locale? Bene. Allora società come l’ex Bredamenarini sono strategiche nella produzione di autobus per il trasporto pubblico nel territorio nazionale e nei mercati internazionali. Quello che mi lascia perplesso rispetto alla proposta del Governo è la quota di minoranza che verrebbe lasciata all’attuale proprietà. Vogliamo davvero contrastare le delocalizzazioni produttive in Paesi terzi da parte di aziende che beneficiano di contributi pubblici? Bene. Allora dovremmo applicare queste norme proprio al caso di specie. Attualmente, a fronte di commesse importanti anche a livello regionale, la società sta di fatto delocalizzando l’attività produttiva presso lo stabilimento di Karsan in Turchia. Se vogliamo essere coerenti con quello che diciamo, se abbiamo a cuore la salvaguardia del sito produttivo, dobbiamo prendere atto che l’attuale proprietà non si sta dimostrando all’altezza della sfida produttiva. Più passa il tempo e più si impoverisce il know how aziendale con i lavoratori della Breda che si stanno trasformando da costruttori e progettisti di avanguardia a meri controllori di prodotti realizzati a Karsan. In breve, stiamo svendendo alla Turchia le nostre commesse ed il nostro saper fare. Questo è inaccettabile perché abbiamo il dovere di contrastare il depauperamento del nostro patrimonio industriale. Se vogliamo tornare ad essere all’avanguardia, dobbiamo chiedere un forte impegno, in termini di progettualità e risorse, da parte della nuova compagine societaria a potenziare la ricerca e la produzione sugli autobus elettrici, assicurando il sostegno e la collaborazione dei diversi livelli istituzionali. Noi ci siamo e faremo la nostra parte.




6 Luglio 2018
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29 Aprile 2016
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26 Ottobre 2017
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Questa volta siamo andati alla scoperta delle realtà del territorio che si occupano di ‘green economy’ e di economia circolare.



27 Aprile 2016
Non solo riders. Ora pensiamo a come aiutare i sovraindebitati
Perché dobbiamo aspettare che un dramma economico diventi un dramma sociale portando queste persone a perdere la casa e la propria dignità?Questo percorso è già partito e troverà a breve una piena concretizzazione, attraverso un progetto promosso dalla Città metropolitana insieme all'Ordine dei Commercialisti. Il Comune di Bologna, in questo percorso già tracciato, può e deve fare la sua parte, coinvolgendo gli organismi di composizione delle crisi da sovraindebitamento (OCC) per svolgere la propria funzione pubblica. Si tratta di aprire spazi di interventi nuovi e ancora troppo poco esplorati in cui possiamo intervenire per non lasciare da solo chi soffre e non riesce a riemergere. Si tratta di lavorare non solo sulle conseguenze del sovraindebitamento, ma anche sulla prevenzione con percorsi di educazione finanziaria gratuiti aperti al nostri cittadini perchè non è possibile che ci si informi su tutto quando si sta acquistando una macchina e ci siano così forti asimmetrie informative quando si stanno per investire le stesse risorse in strumenti finanziari, fondi pensione e derivati. Possiamo coinvolgere l’università, professionisti ed anche istituti di credito e bancari che in questi anni non sono stati del tutto esenti da responsabilità nell’erogazione colpevole del credito.
A volte al debitore non rimane altro che la propria parola.Sono storie drammatiche, ma poco note, che il film “RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI” di Antonio Morabito e Amedeo Pagani con Marco Giallini e Claudio Santamaria ha avuto il merito di portare alla ribalta dell’opinione pubblica nell’indifferenza della politica. Ne parleremo presto alla prossima udienza conoscitiva del prossimo 18 luglio in Comune.

30 Giugno 2018
In piazza con la Gioventù Federalista Europea

12 Aprile 2016
I care-givers familiari: l’assistenza alle persone disabili e non autosufficienti

30 Ottobre 2017
La Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale
Bologna, 31.5.2018
Oggi a Bologna abbiamo firmato la “Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano”.
SCARICA
CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DEL LAVORO DIGITALE
31 Maggio 2018
Up to biz e la promozione dell’imprenditoria giovanile
"Il successo non e' definitivo e il fallimento non e' fatale: cio' che conta e' il coraggio di andare avanti" (W. Churchill)Vale nella vita professionale e non. Valeva ieri e vale ancora oggi.




6 Luglio 2018
In piazza con la Gioventù Federalista Europea

12 Aprile 2016
A pranzo con Marco Lombardo

- Rigatoni con ragù di salsiccia pasticciati o penne all'arrabbiata,
- spezzatino di maiale con patate o insalatona mista con uova sode
27 Aprile 2016
Bologna Futura: un contributo alla Conferenza programmatica.



13 Luglio 2015
Una svolta per la Bredamenarini?
Il nostro compito non è quello di essere pregiudizialmente contrari alle azioni di questo Governo. Se fa cose positive che noi crediamo vadano nella direzione giusta, il nostro compito è di sostenerlo ed incalzarlo sul piano delle proposte.Per questo la soluzione di aumento di capitale, attraverso Invitalia e l’ingresso di un nuovo socio privato nella maggioranza, è da valutare positivamente e da monitorare con attenzione quando sapremo il nome del nuovo socio privato, i modi ed tempi dell’operazione, la nuova governance societaria e soprattutto quando ci verrà presentato il nuovo piano industriale.
Le nostra priorità sono la salvaguardia del sito produttivo di Bologna della ex Bredamenarini e la tutela dei lavoratori che operano nel sito.Nella riunione al Mise abbiamo ribadito che, dal punto di vista del Comune, il sito produttivo rimarrà tale, ben sapendo che in questo momento costituisce un asset importante dell’azienda. Vogliamo investire davvero nel trasporto pubblico locale? Bene. Allora società come l’ex Bredamenarini sono strategiche nella produzione di autobus per il trasporto pubblico nel territorio nazionale e nei mercati internazionali. Quello che mi lascia perplesso rispetto alla proposta del Governo è la quota di minoranza che verrebbe lasciata all’attuale proprietà. Vogliamo davvero contrastare le delocalizzazioni produttive in Paesi terzi da parte di aziende che beneficiano di contributi pubblici? Bene. Allora dovremmo applicare queste norme proprio al caso di specie. Attualmente, a fronte di commesse importanti anche a livello regionale, la società sta di fatto delocalizzando l’attività produttiva presso lo stabilimento di Karsan in Turchia. Se vogliamo essere coerenti con quello che diciamo, se abbiamo a cuore la salvaguardia del sito produttivo, dobbiamo prendere atto che l’attuale proprietà non si sta dimostrando all’altezza della sfida produttiva. Più passa il tempo e più si impoverisce il know how aziendale con i lavoratori della Breda che si stanno trasformando da costruttori e progettisti di avanguardia a meri controllori di prodotti realizzati a Karsan. In breve, stiamo svendendo alla Turchia le nostre commesse ed il nostro saper fare. Questo è inaccettabile perché abbiamo il dovere di contrastare il depauperamento del nostro patrimonio industriale. Se vogliamo tornare ad essere all’avanguardia, dobbiamo chiedere un forte impegno, in termini di progettualità e risorse, da parte della nuova compagine societaria a potenziare la ricerca e la produzione sugli autobus elettrici, assicurando il sostegno e la collaborazione dei diversi livelli istituzionali. Noi ci siamo e faremo la nostra parte.




6 Luglio 2018
Lavoro, imprenditorialità e creatività

16 Aprile 2016
La Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale
Bologna, 31.5.2018
Oggi a Bologna abbiamo firmato la “Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano”.
SCARICA
CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DEL LAVORO DIGITALE
31 Maggio 2018
L’unione bancaria europea
Sabato 6 Febbraio insieme a Michele Calzolari, Presidente Assosim, Sabina Porcelluzzi, Segretaria Fisac CGIL Bologna e l'Avv. Marco Palmieri abbiamo discusso dei tre pilastri su cui poggia l'unione bancaria europea.
12 Febbraio 2016
Charity Point per Bologna AIL
8 Ottobre 2017
Un Albero di Natale con le sciarpe sospese nel cuore di Bologna

21 Novembre 2017
Non solo riders. Ora pensiamo a come aiutare i sovraindebitati
Perché dobbiamo aspettare che un dramma economico diventi un dramma sociale portando queste persone a perdere la casa e la propria dignità?Questo percorso è già partito e troverà a breve una piena concretizzazione, attraverso un progetto promosso dalla Città metropolitana insieme all'Ordine dei Commercialisti. Il Comune di Bologna, in questo percorso già tracciato, può e deve fare la sua parte, coinvolgendo gli organismi di composizione delle crisi da sovraindebitamento (OCC) per svolgere la propria funzione pubblica. Si tratta di aprire spazi di interventi nuovi e ancora troppo poco esplorati in cui possiamo intervenire per non lasciare da solo chi soffre e non riesce a riemergere. Si tratta di lavorare non solo sulle conseguenze del sovraindebitamento, ma anche sulla prevenzione con percorsi di educazione finanziaria gratuiti aperti al nostri cittadini perchè non è possibile che ci si informi su tutto quando si sta acquistando una macchina e ci siano così forti asimmetrie informative quando si stanno per investire le stesse risorse in strumenti finanziari, fondi pensione e derivati. Possiamo coinvolgere l’università, professionisti ed anche istituti di credito e bancari che in questi anni non sono stati del tutto esenti da responsabilità nell’erogazione colpevole del credito.
A volte al debitore non rimane altro che la propria parola.Sono storie drammatiche, ma poco note, che il film “RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI” di Antonio Morabito e Amedeo Pagani con Marco Giallini e Claudio Santamaria ha avuto il merito di portare alla ribalta dell’opinione pubblica nell’indifferenza della politica. Ne parleremo presto alla prossima udienza conoscitiva del prossimo 18 luglio in Comune.

30 Giugno 2018
L’unione bancaria europea
Sabato 6 Febbraio insieme a Michele Calzolari, Presidente Assosim, Sabina Porcelluzzi, Segretaria Fisac CGIL Bologna e l'Avv. Marco Palmieri abbiamo discusso dei tre pilastri su cui poggia l'unione bancaria europea.
12 Febbraio 2016
Senso civico e (in)sicurezza
‘He gets nothing. Won’t be richer. Won’t appear on tv. Still anonymous. What he does receive are emotions. He witnesses happiness. Reaches a deeper understanding. Feels the love. Receives what money can’t buy. A world made more beautiful.’(Segue…) Leggi il REPORT Bologna Futura-iniziativa sul Senso civico
23 Novembre 2015
Bologna Futura
A volte, più che avere le risposte pronte è importante sapersi porre le domande giuste.
L'avevo detto pubblicamente qualche giorno fa su radio e giornali locali, ma sono costretto a ripeterlo oggi con ancora più forza dopo i risultati delle ultime elezioni amministrative. Con un tasso di astensionismo così alto, tutte le città sono politicamente contendibili. Anche Bologna. Per questo occorre cambiare rapidamente il senso di marcia e procedere con umiltà, senso di responsabilità e coraggio.
Umiltà perché bisogna lavorare a testa bassa per il bene della propria comunità, senza l'arroganza e la presunzione di chi pensa di avere già la vittoria in tasca.
Senso di responsabilità perchè il fronte democratico perde dove si presenta diviso, frammentato, disunito.
Coraggio perché si deve provare a ribaltare il piano inclinato del dibattito pubblico locale che a volte riesce a toccare insuperabili vette di surrealismo.
Nei limiti delle mie capacità è quello che ho provato a fare con questo articolo:
'Bologna Futura' pubblicato su IdemLab.org
'Basta investire nei giusti eredi anziché nei professionisti della conservazione per cogliere le potenzialità di un modello di comunità dell’innovazione sociale per tutta l’Europa.
Non rassegniamoci all’idea che il perimetro del futuro della Città Metropolitana possa essere confinato alla realizzazione di un trenino sopraelevato o sull’utilità/inutilità di un Passante autostradale (...).
Vincere per fare cosa? Questa è la domanda giusta per ribaltare il piano del confronto, stimolando le migliori risorse della Città per provare a volare un po’ più in alto. Vincere per fare cosa? Questa è la domanda che merita una risposta. Se lo merita Bologna. Se lo meritano i bolognesi' (...)
segue la lettura su www.idemlab.org
15 Giugno 2015
Up to biz e la promozione dell’imprenditoria giovanile
"Il successo non e' definitivo e il fallimento non e' fatale: cio' che conta e' il coraggio di andare avanti" (W. Churchill)Vale nella vita professionale e non. Valeva ieri e vale ancora oggi.




6 Luglio 2018
Comunità Solare Locale a San Vitale

16 Aprile 2016
Competitività territoriale ed agenda urbana europea: uno sguardo oltre gli scenari
8 Settembre 2017
Lotta al terrorismo internazionale, UE e politica estera

1 Febbraio 2016
Il Tavolo Permanente dei Giovani Professionisti
3 Maggio 2016
Disabilità: andare oltre le “insuperabili problematiche costruttive”


14 Novembre 2017
RILANCIO INDUSTRIALE DELLE ROVERI




7 Giugno 2018
Lotta al terrorismo internazionale, UE e politica estera

1 Febbraio 2016
Il caso della Grecia tra azzardo morale e sogno europeo

Si creò allora quello che gli economisti chiamano ‘azzardo morale’. Ci si assume il rischio di violare una regola quando si è convinti di non pagarne le conseguenze.Come attraversare un semaforo rosso senza prendere la multa. La Grecia ha scelto di fare un azzardo morale, falsificando i suoi conti pubblici. Nel 2010 conti erano talmente in disordine che la Commissione fu costretta ad aprire una nuova procedura di disavanzo pubblico. Ma in questo caso la Commissione volle andare fino in fondo, dimostrando di essere stata debole con i forti e di voler essere forte con i deboli. Da allora sono passati 5 anni in una pericolosa danza di sirtaki tra la Trojka (Eurogruppo, Fondo Monetario Internazionale e BCE) e la Grecia. Si sono succeduti una serie di governi ellenici, in una situazione di default controllato, con esposizione delle banche europee (in primis, Germania, Francia e Italia) ma senza riuscire a fare le riforme. Questa premessa è indispensabile per capire la situazione attuale.
Non è certo colpa di Tsipras se i conti non sono ancora sotto controllo. La sua colpa semmai è quella di non aver realizzato le riforme.Quelle stesse riforme che ora fanno parte del nuovo piano per riaprire il negoziato (alzamento dell'età pensionabile, regolamentazione del mercato del lavoro, nuove aliquote IVA per le isole, lotta alla corruzione, riduzione delle spese militari) e che lui stesso avevo annunciato dopo la sua elezione. Ma in questi ultimi dieci anni è cambiata anche l’Europa. In peggio. Ha abbandonato la prospettiva della costituzione europea e l’idea dell’Unione politica. E’ rimasta nel limbo di un’identità irrisolta. Non è più l’Europa del metodo comunitario e del sogno europeo dei padri fondatori. E’ l’Europa del metodo intergovernativo e degli interessi dei governi nazionali. Non è più l’Europa della caduta del Muro di Berlino, ma è l’Europa in cui, nel silenzio dell’opinione pubblica e del Parlamento europeo, in Ungheria un nuovo muro (di 175 KM al confine con la Serbia) viene alzato per arginare l’emergenza dei profughi. Un’Europa sempre piu’ avvitata sulle regole dell’austerità e sulle politiche della condizionalità, senza crescita ed investimenti.
Ma quello che più manca a questa Europa non sono i soldi. E’ l’anima.Per questo oggi sarebbe più che mai necessario rilanciare la vocazione federalista degli Stati uniti d’Europa. Quella di Altiero Spinelli e del sogno europeo dei padri fondatori. Perché l’Europa non può essere un ‘menu à la carte’. Se scegli di stare dentro l’Euro e dentro il mercato unico, allora devi essere dentro anche nella tutela dei diritti fondamentali e nel rispetto della dignità umana, nelle politiche migratorie comuni e nella solidarietà tra Stati membri e popoli europei. Perché non può (r-)esistere una politica monetaria comune senza un governo europeo dell’economia, con regole europee uniformi dalla fiscalità al lavoro. Sbaglia chi ha parlato, nel caso del referendum greco, di vittoria della democrazia contro l’austerità. Se davvero pensiamo che in mancanza di una soluzione politica o per insipienza delle parti, la parola spetti al popolo, allora l’unico referendum che avrebbe costituito un esercizio della democrazia sarebbe stato un referendum europeo, fatto nello stesso giorno in tutti i Paesi della zona euro, e preceduto da una campagna elettorale paneuropea per spiegare le ragioni del sì e quelle del no. La decisione sulla remissione del debito non può essere presa solo dai debitori, senza consultare i creditori. Quello di indire un referendum nazionale per chiedere ai propri cittadini di rifiutare le condizioni per l’elargizione di nuovi prestiti è un altro azzardo morale della Grecia. Basta vedere la (pochissima) differenza tra il piano europeo (da rifiutare nel voto referendario) e quello greco (da accettare dopo il voto) per capirne il senso politico. Perché tanto rumore per nulla? Tsipras sa bene che l’Europa non può permettersi politicamente di fare uscire la Grecia dall’euro. Perché la Grexit (ovvero l'uscita della Grecia dall'Euro) non è un'ipotesi prevista dal Trattato UE. Tsipras è convinto che sarà più difficile per la Trojka dire no alla voce di un popolo piuttosto che alla voce di un governo. Probabilmente ha ragione. Ma così rischiamo di muoverci tutti in uno scenario inedito e pericoloso, con le banche greche chiuse per mancanza di liquidità, finchè un prestito ponte o un nuovo accordo non salverà i conti della Grecia. Fino a quando? E a quale costo? Se l’Europa vuole ritrovare la sua anima sono le istituzioni europee (in primis, il Parlamento europeo) a dover dimostrare essere in grado di ereditare il sogno europeo dei padri fondatori e costruire un’Unione politica fondata sulla solidarietà tra i cittadini europei e non sugli egoismi dei governi nazionali.
8 Luglio 2015
Il ritorno dei “Makers”
12 Febbraio 2014
Non solo riders. Ora pensiamo a come aiutare i sovraindebitati
Perché dobbiamo aspettare che un dramma economico diventi un dramma sociale portando queste persone a perdere la casa e la propria dignità?Questo percorso è già partito e troverà a breve una piena concretizzazione, attraverso un progetto promosso dalla Città metropolitana insieme all'Ordine dei Commercialisti. Il Comune di Bologna, in questo percorso già tracciato, può e deve fare la sua parte, coinvolgendo gli organismi di composizione delle crisi da sovraindebitamento (OCC) per svolgere la propria funzione pubblica. Si tratta di aprire spazi di interventi nuovi e ancora troppo poco esplorati in cui possiamo intervenire per non lasciare da solo chi soffre e non riesce a riemergere. Si tratta di lavorare non solo sulle conseguenze del sovraindebitamento, ma anche sulla prevenzione con percorsi di educazione finanziaria gratuiti aperti al nostri cittadini perchè non è possibile che ci si informi su tutto quando si sta acquistando una macchina e ci siano così forti asimmetrie informative quando si stanno per investire le stesse risorse in strumenti finanziari, fondi pensione e derivati. Possiamo coinvolgere l’università, professionisti ed anche istituti di credito e bancari che in questi anni non sono stati del tutto esenti da responsabilità nell’erogazione colpevole del credito.
A volte al debitore non rimane altro che la propria parola.Sono storie drammatiche, ma poco note, che il film “RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI” di Antonio Morabito e Amedeo Pagani con Marco Giallini e Claudio Santamaria ha avuto il merito di portare alla ribalta dell’opinione pubblica nell’indifferenza della politica. Ne parleremo presto alla prossima udienza conoscitiva del prossimo 18 luglio in Comune.

30 Giugno 2018
Non è mai troppo tardi 2.0

10 Giugno 2015
È l’ora di sfidare i falchi in Europa
19 Ottobre 2015
Verso un pass dell’accessibilità

16 Aprile 2016
Like a Rolling Quad. ‘Liberi di fare, liberi di essere. Progetti di Vita indipendente’

“Conoscere le storie di questi attivisti mi avrebbe dato un quadro d’insieme, mi avrebbe fatto rendere conto prima che quella dei disabili è innanzi tutto una lotta per i diritti civili. Ogni bambino disabile dovrebbe poter sfogliare il libro di storia e incontrare lo sguardo di Ed Roberts accanto a quello di Martin Luther King. Per non avere la sensazione di essere sempre il primo: il primo a richiedere un bagno accessibile. il primo a chiedere tutte le ore di assistenza. il primo a pretendere che mettano le rampe in un negozio o in una scuola. Il primo caso di studente con una disabilità grave a voler studiare fuori sede. Per ricordarsi che sta solo continuando un sentiero già tracciato, con amore, determinazione, sacrifici, alti e bassi, confitte e vittorie, dai Rolling Quads ed altri”.Concludo dicendo che tutti coloro che sono scesi nelle piazze d’Italia ed a Bologna per sentirsi liberi di fare e liberi di essere devono sapere che il compito di chi ha responsabilità istituzionali è quello di accompagnargli in questa battaglia per i diritti civili. La settimana scorsa sono intervenuto sul tema del riconoscimento dei care givers familiari e per chiedere l’istituzione nel Comune di Bologna di un’anagrafe sui progetti di vita indipendente. Un anno fa con altri consiglieri comunali di maggioranza ed opposizione abbiamo avviato un percorso di mappature delle barriere architettoniche. Ora è arrivato il tempo delle risposte. Ora è il tempo che il Governo nel DDL del Bilancio 2018 attualmente in fase di discussione in Parlamento preveda all’interno del Fondo per la non autosufficienza preveda una quota certa e significativa da destinare ai progetti di vita indipendenti. Ora è il tempo che il Parlamento approvi la legge sui care givers familiari. Ma ciascun livello istituzionale deve fare la propria parte. Ora è il tempo che anche il Comune di Bologna adotti il primo PEBA, trovando nel bilancio comunale di quest’anno risorse sufficienti destinate alla rimozione di tutte le barriere architettoniche, burocratiche, normative, culturali. Sono 8 mesi di tempo che aspettiamo la realizzazione di 3 scivoli in Piazza Maggiore. Tanto. Troppo. La vita delle persone non può aspettare i tempi di vita della politica. Stiamo muovendo i primi passi ma ancora troppo lentamente. Fuori da qui ci sono persone come Maria Chiara, Max, Lendy, Leo, Stefano e tanti altri che non possono più aspettare. Dobbiamo cominciare a correre oltre i nostri limiti. Come i rolling quads. Soggetti attivi che inseguono il loro progetto di vita indipendente. Non soggetti passivi destinatari di cure. Non dimentichiamocelo mai. Articoli di stampa: Repubblica Comunicato stampa Intervento di inizio seduta
6 Novembre 2017
ChatBot, Intelligenza artificiale e Pubblica amministrazione
La pubblica amministrazione deve diventare il sistema operativo del nostro PaeseHa un ruolo importante non solo nell’erogazione dei servizi, ma anche nella competitività territoriale, come leva per l’economia ed il lavoro. L’importante è che sia sempre orientata al servizio dei cittadini, che sia trasparente ed efficiente. Il ChatBot potrebbe essere interessante da sperimentare negli uffici che devono rispondere continuamente a domande standardizzate degli utenti, producendo un considerevole risparmio di tempo e di risorse. La posizione dei dipendenti potrebbe così cambiare nella formazione del ChatBot, nel controllo dei flussi di informazioni e nella gestione delle problematiche più complesse in cui l’intelligenza artificiale non può sostituirsi alla relazione umana.




6 Giugno 2018
È l’ora di sfidare i falchi in Europa
19 Ottobre 2015
Il mio giorno del ringraziamento
Un sorriso ed un messaggio di speranza per tutti quelli che lottano ogni giorno per la vita.https://www.youtube.com/watch?v=UmpTtBJrNI4&feature=youtu.be
'Il 21 giugno è la giornata nazionale contro linfomi, mieloma e leucemie. Da quest'anno per me non è una semplice ricorrenza, ma una giornata speciale Proprio un anno fa mi è stato diagnosticato 'un linfoma non hodgkin al quarto stadio con interessamento del midollo'. Un ospite non gradito, arrivato senza permesso e senza preavviso. Non sapevo bene cosa volesse dire. Non conoscevo la differenza tra linfomi, mielomi, leucemie. Ma conoscevo il suono cupo e sordo delle parole 'cancro, tumore, chemioterapia' Un mio amico un giorno mi ha detto. 'Devi pensare che si può avere una malattia, senza essere malato'. Così ho fatto. Così è stato.
Ho perso i capelli. Ma non ho mai perso il sorriso.
Così ho fatto. Così è stato.
Ho perso le difese immunitarie. Ma non ho mai perso la speranza.
Così ho fatto, così é stato.
Ho messo la mia vita in stand by. Ma ho imparato a ridefinire le priorità.
A febbraio i medici mi hanno dato il responso. 'Remissione completa'. Il 21 giugno è il mio giorno del ringraziamento. Grazie alla mia famiglia. Alla mia ragazza. Ai miei fratelli. Ai miei amici. Grazie ai medici del Sant'Orsola e dell'Istituto Seragnoli.
Grazie a tutti quelli che mi sono sempre stati vicini. E non mi hanno mai lasciato solo.
Il 21 giugno è il giorno della ricerca. Perchè la ricerca di oggi puó guarire il malato di domani. Oggi è il giorno per donare un sorriso a tutti quelli che soffrono e lottano per la vita. Non siete soli. A tutti voi, va il nostro sorriso'.
21 Giugno 2015
Stimolare la ‘febbre del fare’: questa è la vera sfida del crowdfunding

21 Dicembre 2013
Fondazione Lene Thun: un sorriso per Bologna
“le cose fatte per il bene, fatte bene, fanno bene a tutti”.Un profondo ringraziamento alla Fondazione Lene Thun, ai suoi volontari, ai cuochi di MasterChef, al maestro pasticciere Gino Fabbri, al professor Andrea Pession, ai medici, ai ricercatori, a CoupOnlus, a tutti gli organizzatori dell’evento e soprattutto a Peter Thun, persona di grande stile ed imprenditore illuminato. #unsorrisoperBologna












18 Giugno 2018
La.BO 2014. La Scuola di Innovazione politica
2 Luglio 2014
Un’agenda per l’anno dell’Europa

27 Febbraio 2014
Non è mai troppo tardi 2.0

10 Giugno 2015
I care-givers familiari: l’assistenza alle persone disabili e non autosufficienti

30 Ottobre 2017
La Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale
Bologna, 31.5.2018
Oggi a Bologna abbiamo firmato la “Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano”.
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CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DEL LAVORO DIGITALE
31 Maggio 2018
Un’agenda per l’anno dell’Europa

27 Febbraio 2014
La mia agenda in Festa
31 Agosto 2013
Il Circolo on-line
Il circolo on-line del partito democratico di Bologna rappresenta ad oggi il più avanzato progetto di web-democracy e di politica 2.0. Un progetto serio che ci riporta all'avanguardia in Italia ed in Europa, frutto di un intenso lavoro di ricerca e progettazione che ha analizzato tutti gli strumenti telematici fino ad ora utilizzati.


2 Settembre 2012
LAVORO E DISABILITA’: RAPPORTO DI MONITORAGGIO 208 IN EMILIA-ROMAGNA
L’adempimento degli obblighi normativi non deve essere un punto di arrivo, ma il minimo punto di partenza.I dati di oggi ci dicono infatti che esistono quasi 4.000 posti, al livello regionale, ancora con coperti, che sarebbero riservati ex lege a persone con disabilità. Ognuno di noi può e deve fare di più. Anche il Comune di Bologna che ha già modificato la sua organizzazione interna con l’istituzione del Disability Manager, dott. Egidio Sosio, e con l’atto di orientamento del Piano di Inclusione Universale (PiuBo) che concepisce il tema dell’accessibilità in tutte le politiche integrate dell’amministrazione, anche oltre il tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche. La sfida è quella di rendere accessibili tutti i nostri servizi alla persona, ivi inclusi i servizi di orientamento al lavoro. Non credo sia utile introdurre misure premiali per chi rispetta la legge. Possiamo semmai rafforzare i profili sanzionatori, in collaborazione con l’Ispettorato del lavoro e l’INAIL, per le imprese che non procedono con l’assunzione o che non inviano il prospetto informativo, entro il termine del 31 gennaio previsto dalla legge. Criteri di premialità andrebbero semmai introdotti per le imprese che vanno oltre il target del 7% perchè dimostrano di aver capito che il tema dell’inserimento lavorativo delle persone disabili non deve ridursi ad un mero tema di monetizzazione di un obbligo normativo, ma deve riguardare in modo più ampio tutto il sistema di competitività territoriale.
Investire nell’inclusione lavorativa dei disabili significa infatti comprendere che i beni ed i servizi, oltre ad avere un prezzo, possono avere un valore.Manufatti, beni e servizi prodotti da persone disabili per noi hanno un valore più alto. Misure incentivanti potrebbero infine essere introdotte per le imprese che, nella loro organizzazione aziendale, hanno istituito la figura professionale del Disability Manager o per le cooperative sociali che hanno assunto persone con disabilità ai sensi dell’esonero previsto dall’articolo 22 della legge regionale. Tutte misure che, insieme alle agevolazioni per rimborsi fino a 3.000€ annui per il tragitto verso il luogo di lavoro, già introdotte quest’anno dal Comune di Bologna, verranno discusse anche nello specifico tavolo che verrà aperto alla Consulta Handicap ed alla Consulta per l’Inclusione sociale, insieme alle associazioni del terzo settore, ai disabili ed ai loro familiari, sul tema “Lavoro e Formazione” che è uno dei 12 pilastri del premio europeo per le città accessibili al quale il Comune di Bologna intende partecipare entro la fine del mandato. #accessibilità#disabilità


18 Giugno 2018
Il ritorno dei “Makers”
12 Febbraio 2014
Integrazione, una strategia per la società che viene
24 Settembre 2013
Charity Point per Bologna AIL
8 Ottobre 2017
I-cuber. Puntata sulla green economy
Questa volta siamo andati alla scoperta delle realtà del territorio che si occupano di ‘green economy’ e di economia circolare.



27 Aprile 2016
Integrazione, una strategia per la società che viene
24 Settembre 2013
Viaggio nel cuore dei volontari della festa de l’Unità
23 Giugno 2013
Bilancio di missione di AIL 2018
Il valore del dono, dell’etica e della solidarietà sono la guida del cambiamento.Per questo aumentano costantemente il numero dei volontari e la qualità degli stessi, con la creazione di una nuova Unit di giovani volontari di Ail. A tutti i volontari, ai medici, ai ricercatori, ad Isabella Seragnoli ed al Professor Tura, a tutti coloro che dedicano il loro impegno professionale e la loro vita per la lotta contro le malattie oncoematologiche va tutta la più profonda gratitudine mia personale e della nostra comunità. Leggi qui il Bilancio di Missione http://www.ailbologna.it/ail-informa/news/bilancio-di-missione-2017.kl


8 Giugno 2018
Stimolare la ‘febbre del fare’: questa è la vera sfida del crowdfunding

21 Dicembre 2013
Le ragioni di Piazza Taksim






11 Luglio 2013
Intervento in Consiglio su “Dopo Di Noi” di prossimità
26 Maggio 2017
Le ragioni di Piazza Taksim






11 Luglio 2013
Buon compleanno, Cittadini Europei!


9 Maggio 2013
Una nuova coscienza europea, a partire dalle città.
8 Giugno 2018
I Makers ed il lavoro di domani: l’Internet del Fare
7 Aprile 2013
Dal vertice di Roma al Consiglio europeo di giugno. La sfida europea per la lotta alla disoccupazione giovanile
Il prossimo Consiglio europeo del 27-28 giugno sarà decisivo per far uscire le politiche europee dal rigore e dall'austerità, con un'inversione della rotta verso la crescita e la solidarietà
Tre saranno in particolare le principali questioni da affrontare: - il coordinamento della politica economica e di bilancio degli Stati membri; - la competitività, l’occupazione e la crescita, con la priorità di promuovere l’occupazione giovanile e il finanziamento dell’economia; - il completamento dell’unione economica e monetaria dell’UE, con particolare riferimento all’Unione bancaria.
In preparazione del Consiglio europeo, si è tenuto lo scorso 14 giugno a Roma il vertice con i ministri del Lavoro e delle Finanze di Francia, Germania, Spagna e Italia. Un appuntamento fortemente voluto dal Governo Letta per lanciare un chiaro segnale politico all’Europa: far sì che il prossimo vertice europeo sia visto come l’ultima chiamata per lalotta alla disoccupazione giovanile.
Del resto, i dati allarmanti sono ormai noti. Secondo l’Eurostat di aprile 2013, il tasso di disoccupazione giovanile ha ormai raggiunto livelli tali da rompere gli argini dell’allarme sociale.
È soprattutto l’Europa mediterranea a soffrire di più la crisi: il 57,9% di disoccupazione giovanile in Grecia, il 56,4% in Spagna, il 38,4% in Portogallo, il 36,9% in Italia (a sinistra la tabella con i dati Istat di aprile 2013). Ma è l’intera locomotiva europea ad essere ferma con un tasso medio di disoccupazione giovanile che si attesa sopra il 23%.
1. L’anticipo delle risorse europee messe in campo per la Youth Guarantee, che ammonta complessivamente a 6 miliardi tra il 2014 e il 2020. Risorse che dovrebbero andare a garantire un’offerta concreta di lavoro, il proseguimento degli studi, l’apprendistato o il tirocinio ai giovani fino a 25 anni entro 4 mesi dalla disoccupazione o dalla fine della scuola.
2. Un piano di alleggerimento del carico fiscale per le imprese che assumono giovani, attraverso una de-contribuzione alle imprese, da finanziare attraverso la riprogrammazione del Fondo sociale europeo UE o attraverso la Banca europea per gli investimenti. Una misura che vale circa 1 miliardo di euro e dovrebbe assicurare la totale copertura degli oneri a carico del datore di lavoro per due anni, con l’impegno a confermare la misura per il periodo 2014-2020 utilizzando la nuova tranche di fondi comunitari.
3. La richiesta di una maggiore flessibilità del Patto di Stabilità che sia in grado di esentare gli investimenti per la lotta alla disoccupazione giovanile dagli stringenti vincoli dei tetti alla spesa pubblica.
Si tratta di misure lodevoli ma di carattere emergenziale e di modesta entità. Basti pensare che il piano Youth Guarantee porterebbe in Italia non più di 400 milioni di euro. Misure inadeguate per fronteggiare una crisi economica e sociale che richiederebbe un piano straordinario per la crescita e l’occupazione.
Del resto, la sterilità dell’Unione Europea nell’affrontare il tema della lotta alla disoccupazione giovanile è lo specchio di una crisi più profonda. Non è solo una questione di regole, ma è un problema essenzialmente politico.
Dal punto di vista normativo, è inutile farsi illusioni. L’asimmetria del processo di integrazione europea nasce dall’avere previsto un’Unione monetaria senza un governo europeo dell’economia. Per rimanere sul tema del lavoro, la competenza dell’Unione Europea in materia di occupazione si limita ad un mero coordinamento delle politiche nazionali che non consente di procedere nell’armonizzazione delle politiche occupazionali. Le disposizioni previste nel Trattato (ex art. 145-150 TFUE) escludono espressamente che le misure adottate a livello europeo in materia di occupazione possano comportare l’armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri, sottolineando come l’occupazione non sia una vera e propria competenza dell’Unione Europea, quanto piuttosto una strategia coordinata per favorire elevati livelli di occupazione.
Le politiche sul lavoro rimangono dunque essenzialmente competenze nazionali, pur dovendosi coordinare con gli indirizzi di massima delle politiche economiche dell’UE.
Nelle strette pieghe di questa limitata capacità di azione, la Commissione europea ha proposto recentemente una serie di misure nel quadro del Piano per l’occupazione giovanile, cui andrà ad aggiungersi un Patto europeo per l’apprendistato che vedrà la luce a luglio. Ma la limitatezza delle competenze riflette la ristrettezza dell’orizzonte di cultura politica degli Stati membri.
Non si può parlare ancora oggi di cessioni di quote di sovranità dagli Stati membri all’UE. La verità è che se oggi gli Stati nazionali vogliono fronteggiare le sfide della competizione globale, l’unico modo per difendere la loro sovranità statale è quella di esercitarla consapevolmente a livello sovranazionale.
Questo vale per il rilancio della competitività dei propri sistemi produttivi, ma è vero anche per la politica estera, per la politica energetica, per il controllo dei flussi migratori, per la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale.
I vertici intergovernativi possono dunque essere utili per affrontare questioni specifiche, ma per uscire dalla crisi l’Unione europea ha bisogno di recuperare una visione profonda della sua funzione sociale, che non può più essere solo di pacificazione dei popoli europei. Necessita di una profonda revisione del principio di attribuzione delle competenze che metta al centro del processo decisionale il ruolo del Parlamento europeo e rafforzi l’indipendenza della Commissione europea attualmente in ostaggio degli interessi nazionali del Consiglio.
In breve, l’Unione europea non sta fronteggiando solo una crisi economica e sociale. Sta attraversando una "crisi di senso".
Inutile lanciare proclami sulla lotta alla disoccupazione giovanile se la competenza europea prevede il mero coordinamento delle politiche nazionali da finanziare con un bilancio europeo. Dannoso annunciare piani straordinari per la crescita nell’UE se le risorse a disposizione derivano da meno dell’1% dei bilanci nazionali.
Questi sono solo alcuni dei nodi che rimangono ancora da sciogliere in vista del prossimo vertice europeo di fine giugno per uscire dalla dittatura dell’emergenza.
(Questo mio articolo è stato pubblicato il 19 giugno sul sito: http://www.valorelavoro.com)
21 Giugno 2013
L’Europa in Consiglio #1-Erasmus degli imprenditori

6 Maggio 2017
Dal vertice di Roma al Consiglio europeo di giugno. La sfida europea per la lotta alla disoccupazione giovanile
Il prossimo Consiglio europeo del 27-28 giugno sarà decisivo per far uscire le politiche europee dal rigore e dall'austerità, con un'inversione della rotta verso la crescita e la solidarietà
Tre saranno in particolare le principali questioni da affrontare: - il coordinamento della politica economica e di bilancio degli Stati membri; - la competitività, l’occupazione e la crescita, con la priorità di promuovere l’occupazione giovanile e il finanziamento dell’economia; - il completamento dell’unione economica e monetaria dell’UE, con particolare riferimento all’Unione bancaria.
In preparazione del Consiglio europeo, si è tenuto lo scorso 14 giugno a Roma il vertice con i ministri del Lavoro e delle Finanze di Francia, Germania, Spagna e Italia. Un appuntamento fortemente voluto dal Governo Letta per lanciare un chiaro segnale politico all’Europa: far sì che il prossimo vertice europeo sia visto come l’ultima chiamata per lalotta alla disoccupazione giovanile.
Del resto, i dati allarmanti sono ormai noti. Secondo l’Eurostat di aprile 2013, il tasso di disoccupazione giovanile ha ormai raggiunto livelli tali da rompere gli argini dell’allarme sociale.
È soprattutto l’Europa mediterranea a soffrire di più la crisi: il 57,9% di disoccupazione giovanile in Grecia, il 56,4% in Spagna, il 38,4% in Portogallo, il 36,9% in Italia (a sinistra la tabella con i dati Istat di aprile 2013). Ma è l’intera locomotiva europea ad essere ferma con un tasso medio di disoccupazione giovanile che si attesa sopra il 23%.
1. L’anticipo delle risorse europee messe in campo per la Youth Guarantee, che ammonta complessivamente a 6 miliardi tra il 2014 e il 2020. Risorse che dovrebbero andare a garantire un’offerta concreta di lavoro, il proseguimento degli studi, l’apprendistato o il tirocinio ai giovani fino a 25 anni entro 4 mesi dalla disoccupazione o dalla fine della scuola.
2. Un piano di alleggerimento del carico fiscale per le imprese che assumono giovani, attraverso una de-contribuzione alle imprese, da finanziare attraverso la riprogrammazione del Fondo sociale europeo UE o attraverso la Banca europea per gli investimenti. Una misura che vale circa 1 miliardo di euro e dovrebbe assicurare la totale copertura degli oneri a carico del datore di lavoro per due anni, con l’impegno a confermare la misura per il periodo 2014-2020 utilizzando la nuova tranche di fondi comunitari.
3. La richiesta di una maggiore flessibilità del Patto di Stabilità che sia in grado di esentare gli investimenti per la lotta alla disoccupazione giovanile dagli stringenti vincoli dei tetti alla spesa pubblica.
Si tratta di misure lodevoli ma di carattere emergenziale e di modesta entità. Basti pensare che il piano Youth Guarantee porterebbe in Italia non più di 400 milioni di euro. Misure inadeguate per fronteggiare una crisi economica e sociale che richiederebbe un piano straordinario per la crescita e l’occupazione.
Del resto, la sterilità dell’Unione Europea nell’affrontare il tema della lotta alla disoccupazione giovanile è lo specchio di una crisi più profonda. Non è solo una questione di regole, ma è un problema essenzialmente politico.
Dal punto di vista normativo, è inutile farsi illusioni. L’asimmetria del processo di integrazione europea nasce dall’avere previsto un’Unione monetaria senza un governo europeo dell’economia. Per rimanere sul tema del lavoro, la competenza dell’Unione Europea in materia di occupazione si limita ad un mero coordinamento delle politiche nazionali che non consente di procedere nell’armonizzazione delle politiche occupazionali. Le disposizioni previste nel Trattato (ex art. 145-150 TFUE) escludono espressamente che le misure adottate a livello europeo in materia di occupazione possano comportare l’armonizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari degli Stati membri, sottolineando come l’occupazione non sia una vera e propria competenza dell’Unione Europea, quanto piuttosto una strategia coordinata per favorire elevati livelli di occupazione.
Le politiche sul lavoro rimangono dunque essenzialmente competenze nazionali, pur dovendosi coordinare con gli indirizzi di massima delle politiche economiche dell’UE.
Nelle strette pieghe di questa limitata capacità di azione, la Commissione europea ha proposto recentemente una serie di misure nel quadro del Piano per l’occupazione giovanile, cui andrà ad aggiungersi un Patto europeo per l’apprendistato che vedrà la luce a luglio. Ma la limitatezza delle competenze riflette la ristrettezza dell’orizzonte di cultura politica degli Stati membri.
Non si può parlare ancora oggi di cessioni di quote di sovranità dagli Stati membri all’UE. La verità è che se oggi gli Stati nazionali vogliono fronteggiare le sfide della competizione globale, l’unico modo per difendere la loro sovranità statale è quella di esercitarla consapevolmente a livello sovranazionale.
Questo vale per il rilancio della competitività dei propri sistemi produttivi, ma è vero anche per la politica estera, per la politica energetica, per il controllo dei flussi migratori, per la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale.
I vertici intergovernativi possono dunque essere utili per affrontare questioni specifiche, ma per uscire dalla crisi l’Unione europea ha bisogno di recuperare una visione profonda della sua funzione sociale, che non può più essere solo di pacificazione dei popoli europei. Necessita di una profonda revisione del principio di attribuzione delle competenze che metta al centro del processo decisionale il ruolo del Parlamento europeo e rafforzi l’indipendenza della Commissione europea attualmente in ostaggio degli interessi nazionali del Consiglio.
In breve, l’Unione europea non sta fronteggiando solo una crisi economica e sociale. Sta attraversando una "crisi di senso".
Inutile lanciare proclami sulla lotta alla disoccupazione giovanile se la competenza europea prevede il mero coordinamento delle politiche nazionali da finanziare con un bilancio europeo. Dannoso annunciare piani straordinari per la crescita nell’UE se le risorse a disposizione derivano da meno dell’1% dei bilanci nazionali.
Questi sono solo alcuni dei nodi che rimangono ancora da sciogliere in vista del prossimo vertice europeo di fine giugno per uscire dalla dittatura dell’emergenza.
(Questo mio articolo è stato pubblicato il 19 giugno sul sito: http://www.valorelavoro.com)
21 Giugno 2013
EMPATIA

30 Maggio 2012
RILANCIO INDUSTRIALE DELLE ROVERI




7 Giugno 2018
Il Circolo on-line
Il circolo on-line del partito democratico di Bologna rappresenta ad oggi il più avanzato progetto di web-democracy e di politica 2.0. Un progetto serio che ci riporta all'avanguardia in Italia ed in Europa, frutto di un intenso lavoro di ricerca e progettazione che ha analizzato tutti gli strumenti telematici fino ad ora utilizzati.


2 Settembre 2012
Le prossime elezioni saranno finalmente europee?

17 Giugno 2013
Aiuti di Stato ed edilizia residenziale sociale
29 Aprile 2016
Le prossime elezioni saranno finalmente europee?

17 Giugno 2013
ChatBot, Intelligenza artificiale e Pubblica amministrazione
La pubblica amministrazione deve diventare il sistema operativo del nostro PaeseHa un ruolo importante non solo nell’erogazione dei servizi, ma anche nella competitività territoriale, come leva per l’economia ed il lavoro. L’importante è che sia sempre orientata al servizio dei cittadini, che sia trasparente ed efficiente. Il ChatBot potrebbe essere interessante da sperimentare negli uffici che devono rispondere continuamente a domande standardizzate degli utenti, producendo un considerevole risparmio di tempo e di risorse. La posizione dei dipendenti potrebbe così cambiare nella formazione del ChatBot, nel controllo dei flussi di informazioni e nella gestione delle problematiche più complesse in cui l’intelligenza artificiale non può sostituirsi alla relazione umana.




6 Giugno 2018
Europa e diritti civili. Incontro con Sergio Lo Giudice


30 Maggio 2013
Verso un pass dell’accessibilità

16 Aprile 2016
Europa e diritti civili. Incontro con Sergio Lo Giudice


30 Maggio 2013
La Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale
Bologna, 31.5.2018
Oggi a Bologna abbiamo firmato la “Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano”.
SCARICA
CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DEL LAVORO DIGITALE
31 Maggio 2018
Viaggio nel cuore nero dell’Europa




17 Maggio 2013
Per riconoscere una famiglia basta un disegno. Di legge.

20 Gennaio 2016
Viaggio nel cuore nero dell’Europa




17 Maggio 2013
Al di là del mare: le cooperative italiane nella cooperazione internazionale
23 Marzo 2018
Buon compleanno, Cittadini Europei!


9 Maggio 2013
Le ragioni di Piazza Taksim






11 Luglio 2013
Buon compleanno, Cittadini Europei!


9 Maggio 2013
Bologna capofila della Rete italiana di dialogo euromediterraneo (R.I.D.E.)
23 Marzo 2018
La nostra ‘Europa 2020’
28 Aprile 2013
Europa e diritti civili. Incontro con Sergio Lo Giudice


30 Maggio 2013