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CAR@ EUROP@ – Parigi, 23 marzo 2012

di Marco Lombardo

Parigi, 23 marzo 2012

Car@ Europ@,

'Dentro una stella' Copyright Paolo Savelli

la scorsa settimana a Parigi è stata scattata una foto per certi versi storica. Ma tutto questo l’Italia non l’ha capito. Non l’hanno capito i giornali che l’hanno relegata intrafiletti di quarta pagina. Non l’hanno capito i politici che ancora vedono la politica europea come politica estera da mettere a fuoco con le lenti delle politiche nazionali.

Dietro l’immagine di Bersani, Hollande, Gabriel c’è un manifesto che disegna il perimetro di azione dei progressisti europei, c’è la roadmap di un’alternativa politica che vuole assumere una dimensione europea. A me piace pensarla come una sorta di “giro d’Europa”, una gara a tappe: Parigi, Roma, Berlino. Se vince Hollande in Francia, anche la corsa degli altri sarà in discesa, perché il vento del cambiamento accompagnerà lo sprint finale dello sfidante di turno. Ma per vincere bisognerà giocare di squadra. Per questo tutti insieme dobbiamo prendere la rincorsa.

Anche dall’altra parte dello schieramento politico qualcosa si muove. Non in un disegno organico, ma nella rete di relazione intessute dalle leadership personali. Non è un segreto che la Merkel (pur non amandolo)tifi per Sarkozy, così come non lo era qualche anno fa quando Berlusconi sosteneva Victor Orbàn (sì, proprio lui, il premier ungherese). Se questo è il quadro di riferimento, è inutile fermarsi al dito.

Guardatela bene questa foto. Zoom in. E’ stucchevole chiedersi quanto sia concreto il rischio che il PD si confini a essere la sezione italiana del PSE così come è sterile invocare la forza innovatrice e riformista del PD come spinta attrattiva per far confluire il PSE nel gruppo dell’Alleanza progressista dei Socialisti & Democratici. Tutte queste sono disquisizioni intellettuali molto interessanti, ma temo siano lontane dal sentire comune della gente. Non è così che si riconquisteranno gli elettori europei quando tra due anni decideranno di disertare le urne in segno di protesta contro l’UE.

Piuttosto, dietro un problema di metodo, secondo cui le posizioni identitarie sull’Europa vanno discusse dentro gli organi del partito e non solo nelle Fondazioni, c’è una lotta di posizionamento dal sapore più nostrano che europeo. Ma tant’è… Guardate da un’angolazione diversa questa foto. Zoom out. Finalmente si apre lo spartiacque per un’idea di politica europea più matura. Non solo la discussione tra euroentusiasti ed euroscettici; non solo il confronto tra chi vuole più Europa e chi ne vuole meno.

Qui si prepara il terreno per un confronto tra progressisti e conservatori in cui c’è lo spazio per aprire un dibattito su quale Europa vogliamo. L’Europa del metodo comunitario o l’Europa intergovernativa? L’Europa del rigore finanziario o l’Europa delle politiche sulla crescita? L’Europa (solo) economica o l’Europa (anche) sociale? Tutto quello che finora si è inteso mascherare nella vuota formula della “economia sociale di mercato” in cui ognuno ci ha visto quello che più gli piaceva vedere.

No, la foto di Parigi non è la terza Internazionale. E’ il fotogramma della prima campagna elettorale europea. Può essere il primo battito d’ali per un’Europa politica nuova. I partiti politici nazionali sono chiamati a fare un salto di qualità sulle tematiche europee per comprendere che le scelte politiche che vengono fatte in Europa non sono scelte di politica estera ma temi di politica nazionale; la sfida più grande che si troveranno ad affrontare è quella di lavorare per una “riconnessione sentimentale” dei cittadini all’UE, nella convinzione che l’Europa politica può essere un bene comune, un destino o una prospettiva comune, solo se saprà camminare al fianco dei suoi cittadini. Solo così, forse, i nostri figli potranno guardare quella foto nei loro libri di storia.

 

Tuo cittadino europeo

Hollande, Bersani, Gabriel ed il Manifesto dei progressisti europei

30 Maggio 2012

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